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Gaza, trattative per gli ostaggi a Parigi | Israele annuncia "compromessi" di Hamas, ma gli islamisti smentiscono: "È solo propaganda"

La polizia israeliana usa gli idranti sui manifestanti a Tel Aviv: 19 arresti. Netanyahu ha presentato per la prima volta al Gabinetto di Sicurezza un documento di principi sulla gestione della Striscia dopo la guerra

Fotogallery - Gaza, i palestinesi piangono le vittime del conflitto con Israele

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 141.

Continuano le trattative a Parigi per il rilascio degli ostaggi. Secondo i media israeliani, Hamas avrebbe rinunciato ad alcune richieste, riducendo il numero di detenuti palestinesi di cui chiedere la liberazione e non pretenderebbe più il ritiro totale delle truppe israeliane dalla Striscia. Il movimento fondamentalista però smentisce: "È solo propaganda ebraica". Intanto Netanyahu presenta per la prima volta formalmente al Gabinetto di Sicurezza un documento di principi sulla gestione della Striscia dopo la guerra, con l'obiettivo di installare "funzionari locali" non legati al terrorismo per amministrare l'enclave al posto di Hamas.

  • 24 feb

    Yemen, Usa e Gb lanciano attacchi contro gli Houthi

    Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno lanciato attacchi contro decine di obiettivi degli Houthi in Yemen. I raid hanno riguardato almeno 18 bersagli sparsi in diverse aree. Nel mirino sono finiti anche missili e droni. Si tratta della quarta operazione congiunta di Usa e Gran Bretagna contro i ribelli sciiti filoiraniani dal 12 gennaio.

  • 24 feb

    Hamas: "Riduzione delle richieste? Propaganda di Israele"

    Il capo dello staff del leader di Hamas ha affermato che le notizie secondo cui il gruppo islamista avrebbe rinunciato ad alcune delle sue richieste nei negoziati per la liberazione degli ostaggi sono "propaganda israeliana". Il movimento della Striscia ha poi accusato lo Stato ebraico di cercare di ostacolare il tentativo di raggiungere un accordo. Le condizioni poste da Hamas per un accordo restano la cessazione della guerra, il ritiro delle forze israeliane da Gaza, la revoca del blocco e la riabilitazione della Striscia.

  • 24 feb

    Tel Aviv, polizia usa idranti sui manifestanti: 19 arresti

    Migliaia di israeliani sono scesi in piazza a Tel Aviv per protestare contro il governo Netanyahu e chiedere la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas. La polizia ha dichiarato illegale la protesta e ha riferito di aver arrestato 19 manifestanti, dopo aver utilizzato gli idranti per disperdere decine di manifestanti che tentavano di bloccare la strada. Nel frattempo, circa un migliaio di persone ha marciato con fiaccole dalla residenza del presidente a Gerusalemme verso una piazza nel centro della città, chiedendo le elezioni.

  • 24 feb

    Netanyahu: al lavoro sullo schema per il rilascio degli ostaggi

    "Stiamo lavorando per ottenere un altro schema per il rilascio dei nostri ostaggi, come anche per completare l'eliminazione dei battaglioni di Hamas a Rafah". Lo ha detto Benyamin Netanyahu confermando che Israele discuterà "i prossimi passi dei negoziati". Netanyahu ha aggiunto tuttavia che convocherà "all'inizio della settimana il gabinetto per approvare i piani operativi d'azione a Rafah, compresa l'evacuazione della popolazione civile da lì. Solo una combinazione di pressione militare e negoziati risoluti porterà al rilascio dei nostri ostaggi, all'eliminazione di Hamas e al raggiungimento di tutti gli obiettivi". 

  • 24 feb

    Fonte Israele: "Accordo lontano, ma Hamas riduce le richieste"

    "Siamo ancora lontani da un accordo, ma Hamas ha abbandonato alcune sue richieste in seguito all'irrigidimento del premier Benyamin Netanyahu". Lo ha detto, citato dai media, un alto funzionario politico israeliano riferendosi all'andamento dei negoziati con Hamas sul rilascio degli ostaggi. 

  • 24 feb

    Media: "Hamas rinuncerebbe al ritiro totale di Israele da Gaza"

    Hamas avrebbe abbassato alcune delle sue richieste nell'ambito di un nuovo accordo sul rientro degli ostaggi israeliani ancora a Gaza. Lo riferisce, citando fonti a conoscenza del dossier, il network saudita A-Sharq ripreso dai media israeliani. In base a queste fonti, la fazione islamica avrebbe ridotto il numero di detenuti palestinesi da chiedere a Israele e non porrebbe più come condizione il ritiro totale dell'esercito israeliano dalla Striscia, né un cessate il fuoco permanente, bensì una tregua iniziale di sei settimane. L'Idf dovrebbe tuttavia ritirarsi dai maggiori centri popolari dell'enclave palestinese e ci dovrebbe essere il ritorno degli sfollati dal sud al nord della Striscia. Hamas, secondo il network saudita, vorrebbe ora il rilascio di 200/300 detenuti palestinesi nella prima fase dell'intesa. 

  • 24 feb

    "Significativi progressi nei colloqui a Parigi su ostaggi"

    I colloqui "sono stati molto buoni" e sono stati compiuti "significativi progressi", ora sta a Hamas decidere. Lo hanno fatto sapere, citate da Haaretz, fonti vicine ai negoziati sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi a Parigi tra la delegazione israeliana e rappresentanti Usa, tra cui il direttore della Cia William Burns, del Qatar e dell'Egitto. Secondo le fonti ora sarà presentato ad Hamas un quadro aggiornato per il potenziale accordo. Una fonte diplomatica ha poi spiegato ad Haaretz che "un accordo può essere raggiunto prima di Ramadan". "Qualsiasi ulteriore progresso - ha aggiunto - è nelle mani di Hamas".

  • 24 feb

    Morto comandante Hezbollah ferito in raid israeliano

    Il gruppo Hezbollah ha annunciato la morte del comandante Muhammad Alawiyah a causa delle ferite riportate in un attacco aereo israeliano nel sud del Libano quasi due settimane fa. L'attacco era avvenuto nell'area di Maroun al-Ras, dove l'esercito israeliano aveva dichiarato di aver preso di mira un veicolo con a bordo combattenti del gruppo libanese. La morte di Alawiyah porta a 212 il bilancio dei membri di Hezbollah uccisi dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza. Lo riporta il Times of Israel.

  • 23 feb

    Medioriente: Unrwa ferma le sue operazioni in nord Gaza

    Un portavoce dell'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, o Unrwa, ha affermato che l'organizzazione ha fermato le sue operazioni nel nord della Striscia di Gaza. L'agenzia infatti non è più in grado di fornire assistenza a causa dei pochi dipendenti rimasti, dei continui attacchi israeliani e delle severe restrizioni all'accesso al cibo. "Credo che abbiamo ancora alcune settimane, cinque o sei. Dopodiché, non saremo in grado di continuare a fornire servizi, non solo a Gaza, ma anche in luoghi come Siria, Giordania, Libano, Cisgiordania e Gerusalemme Est", ha detto ad Al Jazeera il portavoce Adnan Abu Hasna.

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