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In Corea del Sud, la statua che fa arrabbiare il Giappone

Lʼopera, che evoca lo sfruttamento di donne sudcoreane da parte del Giappone durante la Seconda guerra mondiale, assomiglierebbe al primo ministro Giapponese

La statua di un uomo giapponese in ginocchio davanti a una donna sudcoreana dovrebbe rendere giustizia a tutte le schiave sessuali costrette a prostituirsi  durante l'occupazione nipponica della Corea. Almeno questo era l'intento, ma l'opera ha scatenato l'ira del primo ministro Shinzo Abe, perché troverebbe una somiglianza tra il suo volto e quello dell'opera.

Kim Chang - ryeol, direttore del giardino botanico, dove si trova la statua, ha dichiarato che l'opera “non intende raffigurare Abe, bensì chiunque stia rivolgendo scuse formali per il torto storico”. Nonostante questa dichiarazione, dopo la pubblicazione di una foto, il governo giapponese ha reagito con rabbia.  

 

Il segretario del governo Yoshihide Suga ha spiegato in conferenza stampa che “se si scoprisse che l'uomo della statua rappresenta Abe, sarebbe molto grave per i rapporti tra suo padre e la Corea del Sud”. Negli ultimi anni, i rapporti tra i due Paesi non sono stati molto sereni e il Giappone ha sempre avuto problemi ad ammettere la sua responsabilità sull'accaduto. Il governo sudcoreano ha, invece, spiegato di non avere avuto nessun ruolo nella realizzazione della statua. Opere d'arte rappresentanti schiave sessuali coreane già in passato avevano causato problemi fra i due Paesi. 

 

La statua, che si trova in un giardino botanico privato della contea di Pyeongchang, nel nord ovest della Corea del Sud, si chiama “eterna espiazione” e dovrebbe essere visibile al pubblico dal prossimo 25 agosto.

 

 

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