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Gentiloni: Polonia si oppone a conclusioni ma non può bloccare Ue

Il premier: "LʼEuropa a due velocità è già una realtà". Varsavia potrebbe ostacolare il vertice di Roma

"La decisione principale" presa oggi nel corso del vertice di Bruxelles "è naturalmente la conferma per il secondo mandato di Donald Tusk alla presidenza del Consiglio europeo".

Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, parlando dei lavori del Consiglio europeo, lanciando però una frecciata contro la Polonia. "Con tutto il rispetto" la Polonia non può per diatribe interne essere "un elemento di blocco dell'Ue".

"Non possiamo stare fermi di fronte alle sfide che l'Ue ha di fronte. E se l'Ue si muove, non può farlo alla velocità del vagone più lento". Così Gentiloni esprime il suo pensiero che si può sintetizzare così: L'Europa deve correre. Ed è proprio questo il baricentro della discussione a Bruxelles.

La fuga in avanti di Italia, Francia, Germania e Spagna, che pochi giorni fa si sono riuniti a Versailles per concordare una accelerazione dell'integrazione, non piace a tutti. Soprattutto non piace alla Polonia, che fa di tutto per bloccare fino all'ultimo la conferma di Donald Tusk alla presidenza del Consiglio europeo.

Ex premier proprio della Polonia, liberale, Tusk è in guerra aperta con l'attuale esecutivo di Varsavia, guidato dal Pis, partito della destra populista. L'attuale leader del governo Beata Szydlo si spinge fino ad annunciare l'intenzione di non firmare le conclusioni del vertice. Il che - in un organismo che si regge sul principio dell'unanimità - corrisponde a porre un veto.

Nel mirino della Szydlo c'è proprio l'idea dell'Europa a più velocità. Non a caso, il commento a caldo del leader del Pis, Jaroslaw Kaczynski, è contro Berlino: la rielezione di Tusk, dice, dimostra che "l'Europa è dominata dalla Germania". Al contrario, per la cancelliera tedesca Angela Merkel, rappresenta un "segnale di stabilità".

Verso il vertice di Roma - Venerdì sul tavolo dei leader ci sarà la bozza della dichiarazione di Roma, che sarà adottata nella capitale italiana nel corso delle celebrazioni del sessantesimo anno dei Trattati, il 25 marzo. E Gentiloni non vuole fare passi indietro. "Nella regia - annuncia - che cercheremo di dare insieme a Muscat (il premier maltese, presidente di turno, ndr), Tusk e Juncker (presidente della Commissione, ndr)" l'obiettivo è realizzare "una bozza definitiva di dichiarazione che abbia un suo peso".

Ue a più velocità esiste già - D'altra parte, sottolinea Gentiloni, l'Europa a più velocità è già nei fatti: "E' quello che abbiamo già fatto sulla moneta e su Schengen. Ora dobbiamo farlo in risposta alle sfide che avremo nei prossimi anni. Se restiamo vincolati all'idea che si può avere maggiore integrazione solo a 27, il rischio è che non facciamo passi avanti".

Le relazioni con la Russia - Ma a pesare è, come al solito, anche il tema delle relazioni con la Russia. Questa volta ad attirare l'attenzione sono le crescenti tensioni nei Balcani, dietro le quali, per la premier britannica Theresa May, ci sarebbe proprio lo zampino di Mosca. L'inquilina di Downing Street si è presentata a Bruxelles con l'intenzione di spingere gli altri leader a fare qualcosa di concreto per contrastare "l'interferenza" russa nell'ex Jugoslavia. E proprio per questo, suggeriva il Telegraph alla vigilia del vertice, già isolata dai big dell'Europa occidentale, avrebbe preferito evitare contrasti con Varsavia, mantenendo solido almeno l'asse antirusso con l'Est.

ue