Coronavirus, a Fiumicino inaugurato il più grande drive-in d'Italia per eseguire i tamponi
© Ansa | Roma, il drive-in più grande d'Italia per eseguire i tamponi
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Sheree Richardson e i suoi bambini sono stati costretti a dormire tre notti per terra a Heathrow. Non riescono a tornare in Australia per le limitazioni ai voli internazionali
Una madre, un neonato e due bambini di 11 e 14 anni avvolti nei cappotti sul pavimento dell'aeroporto di Heathrow, a Londra. Non si tratta di senzatetto ma di una famiglia costretta a fare i conti con i viaggi internazionali ai tempi del Coronavirus. Sheree Richardson e i suoi figli dovranno aspettare fino al 16 settembre per tornare in Australia, come comunicato dalla Qatar Airways, l'unica compagnia che effettua ancora voli così lunghi. Non sono mancate le polemiche per la precedenza concessa ai biglietti business.
Odissea senza fine - Quando la signora Richardson aveva prenotato i biglietti per rientrare a casa, l'Australia non aveva ancora imposto limiti agli ingressi dall'estero. Ora invece sono consentiti solo 4mila arrivi internazionali alla settimana e gli aerei possono ospitare un massimo di 30 passeggeri alla volta. Così i quattro sfortunati - stando a quanto dichiarato dalla donna - si sono visti puntualmente superati da chi ha prenotato il viaggio in business class.
© Ansa | Roma, il drive-in più grande d'Italia per eseguire i tamponi
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La risposta singolare - Il post su Facebook di Sheree Richardson ha scatenato moltissime polemiche, tanto da costringere l'Alto commissario australiano per il Regno Unito, George Brandis a intervenire in sostegno della famiglia, che ora alloggia in un albergo in attesa del volo di ritorno. Ma nemmeno l'interesse del funzionario avrebbe smosso l'inerzia delle autorità australiane. Alle sollecitazioni di Brandis, infatti, il governo locale di Perth, sulla costa occidentale australiana, avrebbe risposto che non potevano aiutarli perché la richiesta era arrivata nel weekend.