IL SUPER CONSIGLIERE DI BOJO

Gb, faida a Downing Street: il guru Cummings via a Natale

Lo scontro di potere tra fazioni interne all'entourage del premier ha già portato alle dimissioni del direttore della comunicazione del governo, Lee Cain, voluta probabilmente dalla compagna del primo ministro Carie Symonds

13 Nov 2020 - 12:25

Dominic Cummings, potente super consigliere di Boris Johnson e già guru del referendum pro Brexit nel 2016, si appresta a lasciare il suo ruolo di eminenza grigia di Downing Street "entro Natale". Lo anticipa la Bbc. L'indiscrezione arriva dopo l'esplosione dello scontro di potere tra fazioni interne all'entourage del premier sfociata giovedì nelle dimissioni del direttore della comunicazione del governo, Lee Cain, voluta probabilmente dalla compagna del primo ministro Carie Symonds

"Dominic salterà fuori da Downing Street prima di essere costretto a farlo", ha poi confermato all'emittente pubblica britannica un'altra fonte bene introdotta nelle dinamiche della struttura di potere che circonda il primo ministro.

Mentre Cummings in persona, in un colloquio avuto con la political editor della Bbc, Laura Kuenssberg, ha smentito come "inventate" le voci secondo cui egli avrebbe minacciato le dimissioni in risposta a quelle a cui era stato costretto Lee Cain; ma ha anche richiamato quanto scrisse sul proprio blog a gennaio: quando fece sapere di voler rendere il proprio ruolo "fondamentalmente superfluo" per la fine del 2020.

L'addio annunciato del 48enne Cummings è secondo i media la conseguenza non solo del braccio di ferro con Carie Symonds, compagna del premier ed ex responsabile delle comunicazioni del Partito conservatore in passato, su chi debba avere l'influenza decisiva su Johnson, ma pure di un mutato atteggiamento del premier: che, stando alle tante gole profonde anonime, dopo averlo difeso anche dalle accuse della violazione delle regole del lockdown anti-Covid in primavera, si sarebbe convinto ormai di non poter ricavare che danni in questa fase di emergenza dal suo atteggiamento eccessivamente divisivo.

Con Cummings dovrebbe in ogni modo perdere peso il grosso del clan di veterani della piattaforma Vote Leave, motore della vittoriosa campagna per l'addio all'Ue di cui Dominiic fu il sulfureo stratega (e Johnson il portabandiera) al tempo del referendum sulla Brexit di oltre 4 anni fa.

La vicenda continua peraltro a generare malumori in una parte del gruppo Tory in Parlamento, dove riprendono fiato persino le indiscrezioni secondo cui alla fine a cadere potrebbe essere il medesimo primo ministro: specialmente se nei prossimi mesi la crisi legata al coronavirus e al dopo Brexit dovesse diventare uno tsunami e se il Partito conservatore andasse incontro a una scoppola alle tornata di elezioni amministrative del maggio 2021 che vedrà il rinnovo di poltrone chiave come quella di sindaco di Londra.

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