Il premier britannico e consorte, dall'inizio pandemia, per i loro pasti, si rivolgono a una catena di negozi di gastronomia bio di lusso londinese
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Ammontano a migliaia di sterline (circa 12.500, pari a quasi 14.500 euro) le spese alimentari del nuovo Boris Johnson in versione salutista durante la pandemia. Complici anche le abitudini della sua giovane compagna e futura terza moglie, Carrie Symonds, il premier britannico e la sua famiglia si sarebbero fatti consegnare a Downing Street, negli ultimi mesi, decine di pranzi e cene a domicilio da Daylesford, catena di negozi di gastronomia bio di lusso londinese. A riportarlo è il Daily Mail.
La titolare di Daylesford è Carole Bamford, moglie dell'industriale lord Anthony Bamford, patron del colosso delle macchine industriali e agricole Jcb nonché sostenitore e donatore generoso del Partito Conservatore.
In totale, stando ai conteggi del tabloid, la famiglia Johnson avrebbe ordinato un centinaio di prodotti, dall'inizio della pandemia, per un valore stimato in 12.500 sterline.
Un conto che Downing Street non conferma, limitandosi a precisare - per bocca di un portavoce - che tutto il cibo fornito a Johnson e signora nella residenza privata istituzionale "per il consumo personale" è pagato di tasca propria dal capo del governo.
La vicenda s'inserisce sulla scia di altre polemiche, cavalcate dall'opposizione laburista, sui costi della stessa residenza del premier, gestita, secondo i media, sempre da Carrie Symmonds, e su quelli della sala stampa, che sarà inaugurata a breve nell'ambito di un nuovo concetto di briefing in stile Casa Bianca americana promosso dalla neoresponsabile comunicazione di Downing Street, l'ex giornalista tv Allegra Stratton.