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Gaza, accordo tra la Jihad islamica e Israele: scatta il cessate il fuoco | Ma continua il lancio di missili

La tregua è entrata in vigore alle 22:30 ora italiana. Israele: "Colpiremo con forza se sarà violata". Ue: subito un'indagine sulle vittime civili

Israele e la Jihad islamica, con la mediazione dell'Egitto, hanno raggiunto l'accordo per un cessate il fuoco che è entrato in vigore alle 23:30 di domenica ora locale, le 22:30 in Italia.

Lo hanno riferito fonti della Jihad, citate da Haaretz. La notizia è stata confermata anche da fonti del governo israeliano. "Se il cessate il fuoco sarà violato - hanno precisato - Israele si riserva il diritto di agire con forza. Non sarà consentito ad alcuno di disturbare la routine di vita dei suoi cittadini".

 

Secondo quanto riferito dall'esercito israeliano, anche dopo l'inizio della tregua sono proseguiti i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza e i raid israeliani di risposta. Le sirene d'allarme sono state attivate nel sud di Israele.

 

Ue: serve un'indagine sulle vittime civili - Intanto l'Unione europea, pur accogliendo con favore l'annunciato cessate il fuoco, "deplora le perdite di vite civili" causate nei tre giorni di ostilità, "compresi numerosi bambini e donne, uccisi e feriti della Striscia" e "chiede un'indagine tempestiva e approfondita", secondo quanto dice il portavoce Ue per la politica estera e la sicurezza Peter Stano. "Ora - si legge in una nota - è fondamentale lavorare per consolidare il cessate il fuoco e riaprire i valichi per consentire in particolare l'assistenza umanitaria e il carburante, oltre che permettere ai lavoatori di entrare e uscire da Gaza".

 

Il cessate il fuoco deciso nel terzo giorno di guerra - La situazione si è sbloccata al terzo, sempre più intenso, giorno di guerra. A far capire che qualche cosa si stava muovendo sono state nel pomeriggo varie fonti, sia egiziane sia israeliane, che parlavano di un cessate il fuoco in serata. E in questo senso andavano anche le dichiarazioni attribuite a Lapid. Gli obiettivi della operazione 'Breaking Dawn'- aveva detto - "sono stati raggiunti". Poi, parlando ai leader delle zone ebraiche intorno alla Striscia (le più colpite dai razzi e dai colpi di mortaio della Jihad) aveva aggiunto che "non c'è alcun beneficio nel continuare l'operazione".

 

 

Punto decisivo - secondo i media - è l'impegno del Cairo per "il rilascio dei due prigionieri Bassem al-Saadi and Khalil Awawdeh". Il primo, leader della fazione nei Territori, è stato arrestato da Israele in Cisgiordania nelle settimane scorse: arresto che ha dato il via alle minacce della Jihad contro lo stato ebraico. Sul campo - fino all'annuncio dell'accordo - la situazione è stata quella di una guerra come nei due giorni precedenti tra razzi e raid. Pur con Hamas ancora assente e con la festa ebraica di Tisha beAv a Gerusalemme che invece si è svolta senza complicazioni. Lo stesso Fronte del Comando interno israeliano ha fatto presente - a fronte delle voci su una possibile tregua - che "non è finita finché non è finita" e ha invitato i cittadini a stare a portata di mano dei rifugi. 

 

A Gaza - da domenica mattina senza internet - i morti sono arrivati, secondo il ministero della Sanità locale, ad almeno 40 e i feriti a oltre 300. In due attacchi separati nel centro di Gaza city e a nord est ci sono stati 8 morti e tra questi, secondo l'agenzia Maan, quattro bambini. Ma Israele ha contestato di non aver responsabilità per questi due attacchi che invece ha attribuito - come accaduto sabato nel campo profughi di Jabalya (5 morti) - a razzi difettosi della Jihad. 

 

Nella Striscia gli attacchi israeliani hanno colpito oltre 140 tra postazioni militari della Jihad, tunnel e siti di lancio di razzi. Su Israele si è rovesciata una nuova pioggia di razzi e colpi di mortaio. Nel mirino della Jihad sono finite per la prima volta le aree di Gerusalemme e di Beersheva (all'inizio del Negev) e, ancora, Tel Aviv. Senza contare le zone israeliane a ridosso della Striscia che stanno subendo gli attacchi maggiori con la popolazione costretta in pratica nei rifugi. Secondo gli ultimi dati dell'esercito, a oggi, si contano circa mille tra razzi e colpi di mortaio. Di questi 800 sono entrati in Israele e 350 sono stati intercettati dall'Iron Dome con gli altri finiti in zone deserte o in mare. 

 

 

Lampi di guerra tra Gaza e Israele, raid e razzi

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