elezioni presidenziali

Romania al voto, sfida storica tra il populista Simion e il pro-Ue Dan

Elezioni presidenziali al secondo turno in un momento delicato per il Paese, membro Nato-Ue e confinante con l'Ucraina

17 Mag 2025 - 15:51
George Simion (a destra) e Nicusor Dan © Afp

George Simion (a destra) e Nicusor Dan © Afp

Ballottaggio ad alta tensione in Romania. Gli elettori romeni domenica 18 maggio si recheranno alle urne per decidere il futuro politico del Paese in quella che viene già definita la più divisiva e polarizzata elezione presidenziale della storia democratica romena. A contendersi la presidenza al secondo turno sono George Simion, leader del partito nazional-populista Alleanza per l'Unione dei Romeni (AUR), e Nicusor Dan, sindaco indipendente di Bucarest ed ex matematico diventato noto per la sua battaglia contro la corruzione. Il voto arriva in un momento delicato per la Romania, membro della Nato e dell'Unione Europea e confinante con l'Ucraina in guerra. La posta in gioco va ben oltre i confini nazionali: la scelta tra un candidato euroscettico e filo-Trump e uno europeista e moderato potrebbe ridefinire l'orientamento geopolitico del Paese.

Testa a testa nei sondaggi

 Secondo i sondaggi, i due candidati sono quasi alla pari. Dopo che Simion ha ottenuto il 40% dei voti al primo turno del 4 maggio contro il 20% di Dan, il divario si è progressivamente assottigliato. Un rilevamento condotto da AtlasIntel ha dato i due candidati appaiati al 48%, mentre l'istituto IRSOP ha indicato Dan in vantaggio con il 52% contro il 48% di Simion. Tuttavia, l'affidabilità dei sondaggi rimane oggetto di dibattito in un Paese in cui molti elettori non rivelano le proprie intenzioni di voto per timore di ritorsioni. Secondo un'analisi di Politico, la chiave sarà l'affluenza. Se dovesse superare il 60%, le probabilità di vittoria per Dan aumenterebbero sensibilmente.

Chi è George Simion, il Trump dell'Europa dell'Est

 A 38 anni, Simion si presenta come l'erede spirituale di Donald Trump nell'Europa orientale. Nazionalista, anti-establishment, ostile all'immigrazione e scettico verso l'Unione Europea, ha costruito il suo consenso tra la diaspora e tra chi è deluso dai partiti tradizionali. Simion ha promesso di riaprire i dossier sull'annullamento delle elezioni del 2024, invalidate per presunte irregolarità finanziarie e ingerenze straniere. È un dichiarato sostenitore di Calin Georgescu, il candidato ultranazionalista escluso dalla corsa, che ha già proposto come futuro primo ministro. Nonostante proclami ufficiali di neutralità, Simion è critico sull'invio di aiuti militari all'Ucraina, è bandito da Ucraina e Moldavia, e ha invocato il ripristino delle "antiche frontiere" della Romania. Durante la campagna elettorale, ha evitato il confronto diretto con Dan, partecipando a un solo dibattito e privilegiando una strategia mediatica aggressiva sui social, dove attacca media e istituzioni e promuove valori tradizionali.

Chi è Nicusor Dan, l'alternativa istituzionale per la via europea

 Dan, 55 anni, si propone come difensore della via europea e garante di riforme profonde. Fondatore dell'Unione Salva Romania, corre da indipendente, attirando soprattutto l'elettorato urbano e istruito. Nel corso della campagna ha insistito su temi come lotta all'evasione fiscale, traffico di droga, frodi, e ha promesso di creare le condizioni per il ritorno della grande diaspora rumena (oltre 5 milioni di persone). Ha definito Simion "una gazzetta russa" e ha chiesto un maggiore impegno degli Usa contro la Russia di Vladimir Putin. "La stabilità promessa dall'élite degli ultimi 35 anni si è rivelata un'illusione", ha dichiarato. "Serve un cambiamento profondo, ma responsabile, ancorato all'identità europea e alla dignità nazionale".

Clima teso

 Il clima politico è segnato da sfiducia diffusa e dalla percezione che la democrazia sia in crisi. La Romania è stata declassata nel Democracy Index dell'Economist da "democrazia imperfetta" a "regime ibrido". Dopo le recenti dimissioni del premier Marcel Ciolacu, il nuovo presidente avrà il compito di nominare un nuovo capo del governo. Se il parlamento non approverà la nomina, la Romania potrebbe andare verso elezioni politiche anticipate.

Alla vigilia del ballottaggio presidenziale, inoltre, il ministero degli Interni romeno (MAI) ha lanciato un avvertimento ufficiale riguardo a una campagna di disinformazione volta a influenzare il processo elettorale. Secondo quanto comunicato dal dicastero e ripreso dai principali organi di informazione, si tratterebbe di una strategia che prevede la clonazione di siti web ufficiali di istituzioni pubbliche, emittenti televisive e agenzie di stampa, diffusi tramite una rete di pagine false appartenenti al cosiddetto gruppo Doppelganger, già noto per operazioni simili in altri contesti europei.

Il ministero degli Interni segnala che questa campagna di disinformazione era già stata attiva prima del primo turno delle elezioni presidenziali e che ora è ripresa in modo apertamente visibile, abbandonando i metodi più discreti e difficili da individuare utilizzati in precedenza. Secondo le autorità, la nuova ondata di attività sarebbe più aggressiva e diretta, superando quella soglia di rilevabilità sotto la quale si era mantenuta fino a poco tempo fa.

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