Nonostante la conta dei voti dia per vincitore il candidato della sinistra, la sua avversaria di destra, Keiko Fujimori, parla di frode elettorale
© Copyright: Miguel Yovera © 2021 Bloomberg Finance LP
Dopo il conteggio degli ultimi voti che lo danno vincitore al ballottaggio presidenziale in Perù dello scorso 6 giugno, il candidato di sinistra del partito Perù Libre, Pedro Castillo ha reclamato pubblicamente la sua carica di presidente eletto. Castillo, secondo l'ONPE (Ufficio nazionale dei processi elettorali), ha vinto con il 50.12% dei voti, a fronte dei 49.87% della rivale Keiko Fujimori.
Da oltre una settimana Fujimori, candidata della destra di Fuerza Popular, contesta i risultati che la vedono sconfitta di oltre 44mila voti, non ancora pronunciati pubblicamente dalle autorità elettorali. Castillo ha ringraziato su Twitter i suoi elettori: "È iniziata una nuova era. Milioni di peruviani si sono rialzati in difesa della dignità e della giustizia.” Il neo-presidente si è quindi rivolto alle autorità, esortandole a ufficializzare la sua carica, perché “una volta per tutte si ponga fine all’incertezza e si rispetti la volontà popolare.”
Il contesto - I due candidati provengono da due contesti molto diversi e rappresentano strati diversi della società peruviana. Castillo è figlio di contadini indigeni della regione andina del Perù, mentre Fujimori è figlia dell'ex presidente Alberto Fujimori, attualmente in carcere, che ha governato il paese dal 1990 al 2000, ed è imputata per corruzione, riciclaggio, associazione a delinquere, e intralcio alla giustizia. Il Perù sta attraversando un periodo di recessione, e ha tra i tassi di mortalità da Covid più alti del mondo. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da profonde crisi sociali e politiche: nel novembre 2020 il Perù ha visto succedersi 3 presidenti in una settimana, e 7 degli ultimi 10 capi di Stato sono stati arrestati o indagati per corruzione.