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E' scoppiata la guerra dello Champagne tra Russia e Francia

Putin vara una legge che etichetta le famose bollicine come semplice "spumante". Parigi offesa ferma le esportazioni

Un mare di champagne 2019
ufficio-stampa

Il presidente russo Vladimir Putin ha attaccato il cuore del patriottismo francese: lo Champagne. Secondo questa nuova legge, firmata venerdì 2 luglio, la nota bevanda non potrà più essere etichettata come tale, ma dovrà accontentarsi della semplice denominazione di "spumante". Per questo motivo, la Francia ha dichiarato uno stop generale delle esportazioni di Champagne in tutto il territorio della Federazione. 

+Un affronto intollerabile - La Francia è stata molto chiara sulle conseguenze. Tra i primi brand che non voleranno più verso la Russia troviamo Moet & Chandon, Veuve Cliquot e Dom Perignon. Il gruppo Moet Hennessy (gruppo Lvmh) ha comunque dichiarato al quotidiano economico russo Vedomosti di aver sempre rispettato la legislazione in vigore, in tutti i paesi di esportazione e per questo spera di "riprendere le consegne il prima possibile". 

 

Un valore identitario - Oltre al fattore economico, per i francesi lo Champagne rappresenta una marca simbolo della cultura e del prestigio locale. Negli anni la denominazione di questo vino è diventata di origine protetta, intrinsecamente legata alla sua regione di provenienza: Champagne. La riduzione del termine a spumante avrebbe un iter burocratico molto complesso che richiederebbe una ricertificazione delle bevande e una nuova etichettatura. 

 

Le reazioni russe - In base alle prime dichiarazioni, come quella di Leonid Popovich, presidente dell'Unione viticoltori russi, "su una ventina di importatori di Champagne in Russia, solo Moet-Hennessy ha espresso la sua indignazione sulla nuova legge". Sempre secondo Popovich, il brand francese rappresenterebbe solo il 2% del totale delle importazioni. In conclusione: "non ci saranno colpi di Stato o suicidi in serie perché non potranno più approvvigionarsi di Moet". In molti, però, non la pensano allo stesso modo. La consulente nel mercato dei vini, Anna Chernyshova, ha rivelato che numerosi clienti russi stanno chiedendo spiegazioni. 

 

Un risvolto positivo - Tuttavia, la guerra attualmente in corso potrebbe avere un riscontro positivo per il mercato Made in Italy. Secondo le prime statistiche, comparate a quelle dell'anno scorso, il primo trimestre del 2021 ha già registrato un aumento record del 37% nelle esportazioni di spumante italiano verso la Russia, e questa guerra con la franca potrebbe ulteriormente andare a vantaggio dei nostri prodotti.

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