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Dossier Ucraina, vertice al Cremlino "Colloqui concreti e costruttivi"

Cinque ore di summit per la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il presidente russo Vladimir Putin per trovare una soluzione pacifica al conflitto nel sud-est ucraino. I tre leader si risentiranno domenica per preparare un documento comune

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E' terminato dopo quasi cinque ore il vertice a tre al Cremlino tra la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Francois Hollande e il presidente russo Vladimir Putin. I tre leader si erano incontrati per cercare di trovare una soluzione pacifica al conflitto nel sud-est ucraino. Si risentiranno domenica al telefono per tirare le somme dei negoziati e per preparare un documento per attuare gli accordi di Minsk.

Dossier Ucraina, vertice al Cremlino "Colloqui concreti e costruttivi"

Giovedì il leader francese aveva assicurato che la missione diplomatica franco-tedesca a Mosca sarebbe servita per avanzare una proposta "accettabile per tutti" e mettere fine al conflitto rispettando "l'integrità territoriale" dell'Ucraina. Alla base dell'iniziativa pare che ci sia un progetto presentato a metà gennaio proprio da Putin, ma alcuni punti di questo documento top-secret di nove pagine erano inammissibili per Kiev e per l'Ue, e qui si inserisce la mediazione della Merkel e Francois Hollande.

Entra in gioco l'Onu? - La linea di contatto tra le truppe di Kiev e i miliziani separatisti questa volta potrebbe essere ridisegnata tenendo conto dell'espansione dei territori controllati dai ribelli dopo l'offensiva delle ultime settimane, che è costata a Kiev circa un migliaio di chilometri quadrati. Le autorità tedesche negano però che saranno fatte concessioni territoriali ai separatisti filorussi. Alcune fonti diplomatiche non escludono l'invio di "forze di pace internazionali, forse i caschi blu dell'Onu, ma su questo aspetto non c'è chiarezza. Mosca dovrebbe inoltre garantire che i ribelli facciano tacere i cannoni.

Accordi di Minsk - Il punto più problematico sarebbe quello sul "controllo efficace della frontiera russo-ucraina anche nelle zone controllate dai ribelli" per impedire che la Russia fornisca armi e uomini ai miliziani. Anche gli accordi di Minsk prevedevano il monitoraggio dei confini da parte dell'Osce, ma questo principio rimase lettera morta.