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Di Maio: "Improbabile un riconoscimento del governo dei talebani"

Il ministro degli Esteri in missione diplomatica in Qatar "per chiudere subito intese per gli aiuti umanitari e il contrasto al terrorismo": l'obiettivo è "non permettere che il Paese diventi una comfort zone dei terroristi"

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Ansa

Il riconoscimento del governo talebano da parte dell'Italia "è molto improbabile, non credo che ci sarà". A dirlo è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, spiegando che "ci sono tanti interrogativi, in alcune province assistiamo al degenerare della situazione" e che la linea del governo è convocare "un G20 straordinario". Per il rischio terrorismo, l'obiettivo è di "non permettere" che il Paese "diventi una comfort zone dei terroristi".

Il ministro degli Esteri, in Qatar per una missione diplomatica, ha sottolineato che, in merito al rischio terrorismo, "le cellule terroristiche, dopo la lotta all'Isis, si sono spostate in altre aree del mondo, come il Sahel. Ma se l'Afghanistan diventa uno Stato fallito vi si addenseranno maggiormente, ad esempio, i campi di addestramento dei terroristi" e "potrebbero continuare a proliferare cellule terroristiche come l'Isis-K".

 

Intanto, però, la diplomazia non si ferma: "Sono stato in Uzbekistan e Tagikistan - ha proseguito Di Maio - e stiamo lavorando su più fronti: il primo è quello di garantire un accesso assolutamente libero a tutte le Ong e le agenzie Onu che si occupano di tutelare i civili e io ringrazio tutti gli italiani che hanno lavorato e lavorano per l'evacuazione; l'altro fronte è la lotta al terrorismo e stamattina abbiamo convenuto di rafforzare la cooperazione tra le nostre intelligence, non possiamo permettere che l'Afghanistan sia una comfort zone per i terroristi".

 

 

Il ministro ha quindi ricordato che "il M5s è sempre stato a favore del ritiro delle truppe dell'Afghanistan, ma l'argomento, già con la
presidenza Obama, era al centro del dibattito statunitense. Ogni ritiro è traumatico. Dove si doveva fare di più era nel rafforzamento delle istituzioni afghane nonostante l'Italia abbia fatto tanto nella costruzione della rule of law del Paese." Adesso, però, "siamo ad un anno zero, credo che dobbiamo lavorare imparando dal passato a progetti che aiutino giovani, meno giovani, donne, anche di coloro che restano nel Paese. Io la
cosa che temo di più è che i riflettori si spengano e tutti questi temi non si portino avanti con la stessa attenzione". E ha chiarito di essere in missione diplomatica proprio "per chiudere subito delle intese per gli aiuti umanitari e il contrasto al terrorismo".

 

In materia di sicurezza, poi, Di Maio ha chiarito che l'Italia "è favorevole" alla creazione di un esercito europeo. "Il tema di un meccanismo di
difesa europeo - ha spiegato - doveva essere affrontato tanto tempo fa. Ma non è che dobbiamo farlo per riportare i militari in Afghanistan.
Creare una difesa europea significa anche capire quando non schierare i militari. Con una difesa europea avremmo avuto un maggior
coordinamento
" sull'Afghanistan.

 

Per quanto riguarda infine il ricollocamento dell'ambasciata italiana d'Afghanistan, "in queste ore ci stiamo confrontando insieme ai nostri partner. A Kabul al momento non ci sono le condizioni di sicurezza per riaprirle, per questo motivo prende sempre più consistenza l'idea di ricollocarle, in maniera temporanea, a Doha. Ovviamente sarà una decisione da prendere insieme ai nostri principali partner".

 

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