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Deputato ucciso in Gb, l'agguato probabilmente era pianificato da giorni

Stando a quanto è emerso, il 25enne avrebbe meditato l'aggressione almeno per una settimana, programmando in anticipo il suo viaggio fra la capitale e Leigh-on-Sea, dove è avvenuto l'omicidio

combo David Amess

Un attacco pianificato e forse ispirato all'odio jihadista di Al Shabaab, costola sanguinaria di Al Qaeda attiva in Somalia, la terra d'origine dei suoi genitori. E' questa l'ipotesi investigativa a cui lavora l'antiterrorismo di Scotland Yard che indaga su Ali Harbi Ali, il 25enne arrestato con l'accusa d'aver massacrato venerdì a coltellate il deputato Tory sir David Amess, ucciso a margine di un incontro con elettori del suo collegio in Essex.

La formalizzazione dell'accusa di violazione della legge sul terrorismo nei riguardi di Ali, convalidata sabato da un giudice, ha permesso alla polizia e ai media di rompere il riserbo sull'identità del fermato. E sul suo profilo di figlio d'immigrati, nato e cresciuto a Londra: un profilo sul cui passato si allunga l'ombra dei sospetti di radicalizzazione denunciati alle autorità diversi anni orsono.

 

La pianificazione dell'agguato e la dinamica

Stando a quanto è emerso, il 25enne avrebbe meditato l'aggressione almeno per una settimana, programmando in anticipo il suo viaggio fra la capitale e Leigh-on-Sea (un'ora di treno circa), con tanto di prenotazione di un appuntamento con sir David. Mascherato come un elettore fra gli altri, Ali ha poi atteso pazientemente il proprio turno, secondo il racconto di uno dei testimoni, John Lamb, consigliere comunale locale conservatore, salvo aggredire selvaggiamente Amess con ben 17 fendenti non appena ricevuto dal deputato nella sala della chiesa metodista che ospitava il meeting.

 

"Mi hanno detto che dopo aver colpito sir David ha semplicemente atteso nella sala parrocchiale l'arrivo" degli agenti di polizia che lo hanno poi arrestato, ha aggiunto al Telegraph un'altra delle persone presenti, Kevin Buck, vice presidente della circoscrizione.

 

Il padre dell'aggressore: "Sono traumatizzato"

Una freddezza da killer consumato che il padre del giovane, Harbi Ali Kullane, figura di spicco della comunità dei rifugiati somali in Gran Bretagna e già consigliere di un ex premier nel tormentato Paese africano, giura di non sapersi spiegare. "Non è qualcosa che mi sarei mai aspettato, sono traumatizzato", ha detto l'uomo alla Bbc parlando dalla casa di sua sorella, nella zona nord di Londra, e riferendo di essere stato a sua volta sentito da Scotland Yard a margine di una serie di perquisizioni condotte tra familiari e conoscenti di Ali nella capitale.

 

La segnalazione all'antiterrorismo Resta comunque da approfondire la segnalazione fatta sul giovane ai servizi di prevenzione dell'antiterrorismo del Regno già anni fa: segnalazione seguita da una sua breve partecipazione su base volontaria a un programma preventivo di "disintossicazione ideologica", ma senza successive denunce di reato e senza nemmeno un suo inserimento nella lista di sorveglianza dei cosiddetti "soggetti d'interesse" dei servizi di sicurezza interni dell'MI5.

 

 

 

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