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Da modella in Iran a richiedente asilo in Francia: si ritrova clochard a Parigi

Nel Paese degli ayatollah chi lavora nel mondo della moda è accusato di diffondere "una cultura anti-islamica", e per questo merita il carcere. Così, Neggzia, 29enne, decide di scappare

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Il suo corpo, perfetto, poteva costarle la vita: così Negzzia (nome di fantasia scelto da lei per tutelarsi) ha deciso di abbandonare l'Iran e cercare protezione in Francia. La sua colpa? Essere una modella di successo a Teheran: nel Paese degli ayatollah chi lavora nel mondo della moda è accusato di diffondere "una cultura anti-islamica".

E per questo merita il carcere. Se tutto va bene. Così, la 29enne, dopo essere stata contattata dagli agenti della "polizia per la virtù" per alcuni scatti osé pubblicati sul suo profilo Instagram, decide di scappare. Era il 2017 e solo oggi esce allo scoperto e racconta la sua storia a "Le Parisien". Una storia di coraggio, di paura, di difficoltà: minacciata, derubata, costretta a vivere in strada per mesi.

Negzzia, da modella a senza fissa dimora

Dopo una parentesi a Istanbul riesce fare il grande passo e trasferirsi a Parigi nel 2018. Si innamora della Francia e a novembre presenta la richiesta d'asilo politico. Solo che i tempi non sono veloci. E nel frattempo i suoi risparmi finiscono. Inizia a vivere come una barbona, vende per 10 euro la borsa con i suoi vestiti, si rifugia da alcuni senzatetto che la proteggono dai pericoli e le offrono le loro coperte per riscaldarsi. Una vita di stenti per mesi. Durante il giorno cerca posti caldi dove ripararsi e dove prende un segnale wi-fi per far sopravvivere il suo account Instagram.

La storia colpisce un avvocato, nato in Francia ma di origini iraniane, che decide di seguire la pratica di Negzzia. Ora non le resta che aspettare e sperare: la recente giurisprudenza del National Court of Asylum Seekers (CNDA) considera le donne vittime di persecuzioni a causa delle loro condizioni. Questo potrebbe favorire anche Negzzia, ma per l'accettazione della sua richiesta d'asilo devono passare almeno tre mesi. Lei però non molla: "Non posso tornare nel mio Paese senza rischiare la vita, non ho più nulla da perdere".