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Covid, Pechino: lunghe code ai supermercati e per i test di massa | Crollano i prezzi delle materie prime

La ripresa dei contagi nel Paese preoccupa i mercati internazionali in un contesto denso di incertezze. Quotazioni del petrolio in ribasso

I timori di un imminente lockdown per l'ondata di Covid-19 hanno scatenato gli acquisti a Pechino, generando lunghe code sia ai supermercati sia davanti ai centri provvisori per i test di massa decisi dalle autorità sanitarie e concentrati a Chaoyang, il distretto centrale della capitale cinese.

Nel giorno in cui Shanghai, quasi interamente bloccata da settimane, ha reso noto di aver registrato domenica 51 nuovi decessi, Pechino ha aggiornato il conto dei contagi con altri 14 casi, portando il totale a 55 nel conteggio dal 22 aprile, preparandosi al peggio dopo che per una settimana "il virus è sfuggito ai rilevamenti".

 

Giù i prezzi delle materie prime, affonda il petrolio - La preoccupazione coinvolge anche i mercati internazionali, con i prezzi delle materie prime che crollano e gli investitori che si interrogano sulla domanda di commodity, in  un contesto già reso incerto dalla corsa dei prezzi, dalla stretta monetaria e dalla guerra in Ucraina. Si accentua il crollo del petrolio, in seguito ai timori di una diminuzione della domanda da parte del colosso cinese: il Wti perde il 5% a 96,98 dollari al barile, mentre il Brent lascia sul terreno il 4,96% a 101,36 dollari. I future con consegna a settembre 2022 sul ferro alla Borsa di Dalian hanno perso il 6,7% a 870 youan alla tonnellata, le bobine laminate a caldo e l'acciaio rebar con consegna a ottobre il 3%, rispettivamente a 4.965 e a 4.863 yuan alla tonnellata, a Shanghai. Sempre a Shanghai l'alluminio con consegna a giugno ha lasciato sul terreno il 2,9% a 21.265 yuan alla tonnellata, mentre il rame con consegna a maggio ha limitato il calo allo 0,9% a 74.240 yuan.

 

 

Anche i numeri delle piazze finanziarie orientali fotografano una situazione di forti timori: Hong Kong crolla sui timori della nuova ondata del virus in Cina e della stretta dei tassi negli Usa con una chiusura a -3,73%. 

 

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