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Coronavirus, Save the Children: 12 milioni di bimbi rifugiati in campi sovraffollati

Questi bambini sono già molto esposti alle malattie da contagio per la scarsa assistenza sanitaria, la mancanza di acqua pulita e di igiene, che possono aver reso più fragile il loro sistema immunitario

siria campo profughi
ansa

Mentre il mondo inasprisce le restrizioni per combattere la diffusione del coronavirus, più di 12 milioni di bambini e 70 milioni di persone si trovano in condizioni di sovraffollamento al limite in campi per rifugiati, con un accesso minimo o del tutto assente all'assistenza sanitaria. E' l'allarme lanciato da Save the Children. Questi bambini, sottolinea l'Ong, "sono già molto esposti alle malattie da contagio".

Questi bambini sono già molto esposti alle malattie da contagio per la scarsa assistenza sanitaria, la mancanza di acqua pulita e di igiene, che possono aver reso più fragile il loro sistema immunitario. Alcune delle misure assunte da alcuni governi, come l'autoisolamento, sono estremamente difficoltose nei campi profughi sovraffollati. In Siria, a Idlib, dove quasi 1 milione di persone sono state costrette a sfollare in condizioni inumane in campi cresciuti a dismisura, l'autoisolamento sarebbe praticamente impossibile nel caso di un contagio da coronavirus, con conseguenze potenzialmente devastanti per famiglie che vivono il decimo anno del conflitto siriano.

 

In Bangladesh, a Cox's Bazar, dove si trova il più grande insediamento di rifugiati del mondo, non esiste al momento alcun sistema di screening o test per il Covid-19 e non ci sono unità di terapia intensiva, in un contesto dove il numero di rifugiati tocca il milione, la metà dei quali sono bambini. Con le restrizioni sulla liberta' di movimento e gli spazi ristretti che rendono impossibile l'autoisolamento, il virus potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

 

"Anche se per ora non ci sono casi di Covid-19 confermati a Cox's Baxar, nel nostro centro sanitario principale in uno dei campi, che offre normalmente cure per i bambini affetti da polmonite e assistenza per le donne partorienti, abbiamo riservato un'unita' protetta a parte con 15 letti, nel caso in cui fosse necessario l'isolamento. Se Covid-19 si dovesse diffondere ampiamente, saremmo comunque in grado di continuare a curare i pazienti nella restante parte del centro ma rischieremmo di essere sopraffatti dall'emergenza", ha dichiarato Shamim Jahan, vicedirettore di Save the Children in Bangladesh.

 

"Covid-19 è una crisi sanitaria mondiale che richiede una risposta coordinata a livello globale. E' nel nostro interesse impegnarsi per fare ogni sforzo al fine di prevenire un'ulteriore diffusione del virus e ancora di piu' nei campi per rifugiati o sfollati dove l'isolamento o il test sono una vera sfida. I bambini sopportano già il peso di molte delle infezioni più diffuse come polmonite, malaria e colera, e le loro famiglie faticano altrettanto ad avere l'assistenza medica necessaria", ha dichiarato Zaeem Haq, direttore medico globale di Save the Children. 

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