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Coronavirus, odissea finita per Niccolò: è riuscito a partire per l'Italia

Il ragazzo di Grado, bloccato a Wuhan, per due volte aveva dovuto rinviare il rientro a causa della febbre. Ora ha superato i controlli medici


Niccolò è partito per l'Italia: lo studente 17enne di Grado, bloccato a Wuhan per due volte a causa della febbre, è riuscito al terzo tentativo a lasciare la città focolaio dell'epidemia del nuovo coronavirus. Dopo aver finalmente superato i controlli medici, il ragazzo è salito a bordo dell'aereo dell'Aeronautica militare italiana che è decollato in piena notte per riportarlo in patria.

Odissea finita dunque per Niccolò. A Pratica di Mare, dove atterrerà il suo aereo, ci sarà ad attenderlo il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Il 17enne di Grado viaggia in isolamento, protetto all'interno di una cosiddetta struttura di "alto biocontenimento". Dopo lo sbarco, il trasferimento allo Spallanzani per la quarantena.

 

Il terzo tentativo Il giovane studente friulano stavolta ha superato i controlli medici all'aeroporto e quindi è stato autorizzato ad imbarcarsi sul Boeing KC-767 atterrato nel pomeriggio a Wuhan e ripartito per l'Italia dopo qualche ora. Niccolò è risultato negativo al test del coronavirus durante il suo soggiorno forzato a Wuhan, ma a Roma è stato comunque deciso di farlo viaggiare in massima sicurezza. Durante la lunga attesa nell'epicentro del coronavirus, confinato in una stanza d'albergo, Niccolò ha avuto la febbre a intermittenza: circostanza che gli ha impedito di salire sui due aerei che il 5 ed il 9 febbraio hanno riportato a Roma 64 italiani, poi trasferiti alla Cecchignola e al Celio per la quarantena

 

Viaggio in massima sicurezza Per il velivolo militare diretto a Pratica di Mare è stato previsto un protocollo utilizzato la prima volta per rimpatriare dalla Sierra Leone un connazionale con una grave forma di tubercolosi polmonare resistente a ogni trattamento farmacologico. Si tratta di una barella speciale protetta da un involucro di Pvc che permette l'osservazione e il trattamento del paziente in isolamento (gestito da un'equipe medica) con potenti filtri che impediscono il passaggio di particelle potenzialmente infette. L'isolamento, sempre da protocollo, dovrebbe proseguire anche durante il trasferimento in ospedale con un'ambulanza.

 

L'impegno del governo per il rimpatrio Il governo si è speso molto per accelerare il più possibile il suo rimpatrio, e già il giorno dopo il secondo stop all'aeroporto di Wuhan aveva deciso di inviare un proprio aereo appositamente per lui. La partenza però ha subito diversi rinvii, motivati dalle autorità cinesi con la congestione del traffico nello scalo della città, dove continuano ad arrivare aerei con forniture di prima necessità, medicine e strumenti protettivi contro il virus. Tra i due governi ci sono state anche delle incomprensioni legate al blocco italiano dei voli per la Cina, mal digerito da Pechino. Ma sul dossier Niccolò i contatti sono rimasti costanti, fino a che le autorità cinesi hanno autorizzato l'arrivo a Wuhan del volo militare per riportare a casa lo studente di Grado.

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