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Coronavirus, in Corea del Sud 91 guariti di nuovo positivi: "Covid-19 si è riattivato"

Per lʼesperto il virus non avrebbe infettato di nuovo un corpo colpito da precedente contagio, mentre il Paese è chiamato a votare il rinnovo del parlamento

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In Corea del Sud 91 pazienti giudicati guariti sono risultati di nuovo positivi al test del coronavirus. Il timore che il virus possa infettare di nuovo persone guarite è tra le principali preoccupazioni a livello globale. Per Jeong Eun-kyeong, direttore dei Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, il virus potrebbe essersi "riattivato", piuttosto che avere infettato di nuovo un corpo guarito da precedente contagio. Intanto il Paese è impegnato nelle elezioni parlamentari.

Le ipotesi - Altri esperti hanno puntato il dito contro falsi risultati dei test, piuttosto comuni, e c'è anche chi pensa che il virus possa rimanere nel corpo dei pazienti guariti, ma in forma depotenziata, senza avere la capacità di infettare nuovamente altre persone o di nuocere al paziente in questione.

 

Circa 7mila coreani sono stati registrati come guariti dal coronavirus. Ma "il numero crescerà, 91 è solo l'inizio", sostiene un professore virologo del Korea University Guro Hospital, convinto comunque che non si tratti di vere e proprie nuove infezioni ma di recidive.

 

E si va alle urne per le parlamentari - La Corea del Sud è riuscita a contenere l'epidemia senza bloccare le città. A Seoul i treni della metropolitana sono pieni di pendolari. E le elezioni parlamentari stanno procedendo tutto sommato senza intoppi, anche se con molti preparativi e protocolli da attuare per tutelare i cittadini.

 

Il governo sta facendo di tutto per rassicurare i 44 milioni di aventi diritto al voto che è sicuro lasciare la propria casa per recarsi alle urne, anche se gli inviti a evitare gli assembramenti e a rispettare la distanza sociale restano in vigore.

 

La decisione del Paese di chiedere a milioni di elettori di votare riflette la sua determinazione a riguadagnare quanta più normalità possibile, anche se c'è la consapevolezza che la guerra contro il coronavirus è tutt'altro che conclusa.

 

"Cerco sempre di votare presto per evitare la folla, quest'anno di più rispetto a prima", ha dichiarato Kim Hee-suk, 70 anni, all'uscita dal suo seggio di competenza nella capitale.

 

Le autorità elettorali e di controllo delle malattie si sono adoperate per proteggere il diritto al voto anche di 3.100 pazienti ancora contagiati dal virus. Il governo aveva inizialmente dato loro la possibilità di votare per posta tra il 23 e il 28 marzo.

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