Coronavirus, il "Sunday Times": "La scalata cinese ai vertici dell'Oms e l'esplosione della pandemia"
Un'inchiesta del giornale londinese solleva serie preoccupazioni sul fatto che l'indipendenza dell'Oms sia stata compromessa quando i primi casi di Covid sono comparsi a Wuhan nel 2019
Un'indagine del Sunday Times solleva serie preoccupazioni sul fatto che l'indipendenza e la leadership dell'OMS siano state gravemente compromesse quando i primi casi di Covid sono comparsi a Wuhan nel 2019, con profonde conseguenze per il corso della pandemia. "Dopo essere stata pesantemente criticata dall'Oms per la sua risposta alla Sars nel 2003 - si legge sul quotidiano londinese - la Cina ha deciso che non avrebbe più accettato tale umiliazione pubblica. Ciò che seguì fu una lunga campagna per prendere il potere all'interno dell'organizzazione".
Il cuore dell'ultima inchiesta britannica gira intorno le presunte relazioni tra Pechino e i vertici dell'Organizzazione mondiale sanitaria: minata l'indipendenza dell'organismo di controllo internazionale, l'indagine sulle origini del virus avrebbe subito una forma di sabotaggio precoce con la grave conseguenza di aver velocizzato l'esplosione incontrollata dei contagi.
Secondo il Sunday Times, la Cina avrebbe sfruttato il proprio potere economico a discapito di altri Paesi più poveri, per inserire i propri uomini nei ruoli chiave dell'Oms.
Nel mirino dell'inchiesta è finito il direttore generale dell'organizzazione, ovvero Tedros Adhanom Ghebreyesus, "amico" di lunga data del governo cinese. L'ex ministro degli esteri etiope, aveva incontrato Xi Jinping a gennaio del 2020, poco prima dello scoppio della pandemia. Ghebreyesus avrebbe sfruttato la propria figura per favorire la Cina.
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