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Cile, salgono a 1.500 gli arresti in tutto il Paese

Le città tornano lentamente alla normalità ma i morti negli scontri degli ultimi giorni sono almeno 11

Cile, salgono a 1.500 gli arresti in tutto il Paese - foto 1
Afp

Sono quasi 1.500 le persone arrestate durante le violente proteste che hanno scosso il Cile, nel fine settimana.

L'ondata di rabbia da parte del popolo cileno è stata innescata dalla decisione del governo, poi annullata, di aumentare il prezzo dei trasporti pubblici. Amnesty International "ha sollecitato il presidente Sebastián Piñera a garantire il rispetto dei diritti umani durante lo stato d'emergenza".

Almeno 11 le persone rimaste uccise - Il sindaco della regione Metropolitana di Santiago del Cile, Karla Rubilar, ha confermato che il bilancio delle proteste degli ultimi giorni ha raggiunto le 11 vittime, rimaste uccise durante gli episodi di saccheggi in diverse zone di Santiago. Cinque uomini sono morti per via di un incendio in un magazzino di un'azienda tessile, quattro in supermercati e due in un negozio di prodotti per l'edilizia. Rubilar ha detto che "sebbene sia una giornata complessa, una giornata difficile", le persone "possono muoversi con maggiore normalità".

 

 

Il Paese ritorna lentamente alla normalità - Alcune filiali bancarie sono state riaperte nella zona est della capitale cilena, mentre i supermercati sono praticamente chiusi e pochissime persone viaggiano in città, soprattutto dopo che le attività educative sono state sospese nell'area metropolitana di Santiago. 

 

Bachelet: "Urgente dialogo, indagini indipendenti su violenze" - "L'uso della retorica infiammatoria servirà solo ad aggravare ulteriormente la situazione e rischia di generare una paura diffusa", "è necessario un dialogo aperto e sincero da parte di tutti gli attori interessati per aiutare a risolvere questa situazione, compreso un esame approfondito della vasta gamma di questioni socioeconomiche alla base dell'attuale crisi". Lo ha dichiarato l'Alta commissaria per i diritti umani delle Nazioni unite, Michelle Bachelet, esortando tutti gli attori della società politica e civile in Cile a impegnarsi in un dialogo immediato e a evitare di polarizzare ulteriormente la situazione con parole o azioni, a seguito della violenza e dei disordini. Bachelet ha anche chiesto "indagini indipendenti" per le violenze avvenute nel corso delle proteste.

 

Amnesty denuncia violazione diritti e arresti arbitrari - Amnesty International ha sollecitato il presidente cileno Sebastián Piñera a garantire il rispetto dei diritti umani durante lo stato d'emergenza, sottolineando che questa decisione, con cui si affidano alle forze armate funzioni di mantenimento dell'ordine pubblico, non fa che
aumentare i rischi che si commettano violazioni. Lo si legge in un comunicato dell'organizzazione a tutela dei diritti umani. "Già nei giorni scorsi, nel contesto delle proteste contro l'aumento del prezzo dei trasporti pubblici, le forze di sicurezza hanno impiegato forza eccessiva e sono stati segnalati arresti arbitrari di manifestanti", denuncia Amnesty. "Invece di reprimere le proteste, il governo cileno dovrebbe trovare soluzioni alle richieste provenienti dalle proteste e indagare su tutte le denunce di violazioni dei diritti umani segnalate nel corso delle manifestazioni", ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe. 

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