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Chico Forti, Di Maio: "La procedura di trasferimento in Italia è complessa, impegno incessante"

Il nostro connazione è in carcere negli Usa da 20 anni. Il ministro alla Camera: "Uno dei primi temi affrontati da me con l'amministrazione Biden è stato proprio il caso" della sua estradizione

 chico forti

"La procedura per rendere effettivo il trasferimento In Italia di Chico Forti è complessa". Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in risposta ad un'interrogazione alla Camera sui ritardi dell'estradizione del produttore Tv in carcere negli Usa da 20 anni. "Ad oggi, - ha precisato il ministro - gli Stati Uniti non hanno ancora trasmesso la documentazione prevista."

 

L'impegno delle istituzioni - Di Maio ha poi ribadito l'impegno "pieno ed incessante", suo e del ministro della Giustizia Marta Cartabia, nel riportare a casa il nostro connazionale. Il ministro degli Esteri si è detto ottimista per quanto riguarda l'atteggiamento del governo americano: "Non appena si è insediata l'amministrazione Biden, uno dei primi argomenti tra me e il segretario di Stato Blinken è stato proprio il caso Forti". Il numero uno della Farnesina, inoltre, confida sul lavoro della rappresentanza italiana: "L'ambasciata a Washington continua nell'azione di impulso presso le autorità statunitensi ai più alti livelli". Proprio l'ambasciata, intanto, ha confermato che la Florida ha trasferito Forti "in un penitenziario dal quale avverrà il trasferimento, in una sezione che non è di massima sicurezza".

 

Di Maio ha ringraziato Forti - Infine, il ministro Di Maio si è voluto rivolgere direttamente a Chico Forti: "per ringraziarlo per le belle parole che ha voluto dedicare al ministro Cartabia e a me per il lavoro che stiamo facendo". Infatti, qualche ora prima l'imprenditore trentino aveva scritto sul proprio sito un lungo post di ringraziamento rivolto alle istituzioni italiane. "Sono contento, e grato, che una professionista come la ministra Cartabia stia facendo di tutto per farmi rientrare in Italia in tempi brevi, accelerando le procedure e sollecitando chi di dovere", si legge sul blog di Forti, che aggiunge: "Mi rassicura sapere di aver avuto sempre al mio fianco Luigi Di Maio, che si batte ogni giorno incessantemente per me e che, in questa battaglia, ha coinvolto molti altri componenti del Governo". Oggi (15 giugno), - conclude - 21 anni fa, è stata pronunciata la mia condanna. Oggi, so che voi state facendo di tutto per riportarmi a casa".

 

Una vicenda lunga 21 anni - Ex velista e produttore televisivo originario di Trento, Chico Forti si era trasferito a Miami all'inizio degli anni Novanta, costruendosi una carriera nel settore degli investimenti immobiliari e creandosi una famiglia. Nel 1998 però, Forti è stato accusato dell'omicidio di Dale Pike, figlio del proprietario di un hotel di Ibiza che l'italiano stava acquistando: nonostante si sia sempre proclamato innocente, Forti nel 2000 è stato condannato all'ergastolo per "felony murder", cioè omicidio compiuto durante l'esecuzione di un altro reato. Secondo le autorità statunitensi, infatti, stava cercando di truffare Pike e il padre, finendo per uccidere l'uomo. Forti, i suoi difensori e il comitato che da anni lotta al suo fianco sostengono invece che la condanna sia stata originata da un errore giudiziario, frutto di errori, negligenze e approssimazioni durante le indagini e il processo.

 

 

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