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Economista con un passato alla Banca Mondiale, è la prima donna a guidare il Paese. Lotta alla corruzione, riforme e adesione all’Ue sono i suoi obiettivi dichiarati.
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Nata sotto l'URSS, formata a Harvard, cresciuta tra le sfide di un Paese diviso tra Russia ed Europa: Maia Sandu è oggi il volto della Moldavia che vuole cambiare. Prima donna presidente della Repubblica moldava, ha costruito una leadership centrata su riforme strutturali, contrasto alla corruzione e integrazione con l'Unione Europea. Osteggiata da Mosca e contestata dai partiti interni filo‑russi, ha comunqUe ottenuto la rielezione nel 2024 e, grazie al successo alle recenti legislative, è pronta a rafforzare la sua agenda europea. Ma chi è davvero la leader che ha spostato l'asse geopolitico della Moldavia?
Maia Sandu nasce il 24 maggio 1972 a Risipeni, un piccolo villaggio nel distretto di Fălești, all'epoca parte della Repubblica Socialista Sovietica Moldava. Figlia di un'insegnante e di un medico, cresce in un contesto rurale ma riceve un'istruzione solida. Dopo aver completato gli studi economici presso l'Academy of Economic Studies of Moldova (ASEM), Sandu prosegUe la sua formazione a livello internazionale, ottenendo un master in Public Policy alla prestigiosa Harvard Kennedy School.
L'esperienza accademica negli Stati Uniti si rivelerà fondamentale per la sua impostazione riformista. Tornata in patria, lavora come economista e consulente per la Banca Mondiale, costrUendo un profilo tecnico apprezzato anche in ambito internazionale.
Il primo incarico politico di rilievo arriva nel 2012, quando diventa Ministro dell'Istruzione nel governo Leancă. In qUesto ruolo, Sandu avvia una serie di riforme per contrastare la corruzione nel sistema scolastico e per migliorare la qualità dell'istruzione pubblica.
Nel 2016 fonda il Partito dell'Azione e della Solidarietà (PAS), una formazione centrista e pro‑europea che si pone come alternativa alle élite tradizionali. Il nuovo partito si presenta con un programma fortemente riformista, che punta sulla trasparenza, l'indipendenza della magistratura e l'allineamento della Moldavia agli standard dell'Unione Europea.
Nel novembre 2020, Maia Sandu vince le elezioni presidenziali sconfiggendo il presidente uscente Igor Dodon, esponente filo‑russo. È la prima donna a ricoprire la massima carica istituzionale del Paese. Il suo insediamento, avvenuto il 24 dicembre 2020, rappresenta una svolta per la Moldavia: per la prima volta, il capo dello Stato adotta una linea esplicitamente orientata verso Bruxelles.
La sua elezione avviene in un clima di profondo malcontento per la corruzione dilagante e l'instabilità politica, e segna l'inizio di una nuova fase in cui l'anticorruzione e la governance diventano priorità dell'agenda istituzionale.
Durante il mandato presidenziale, Sandu imprime un'accelerazione al processo di integrazione europea. Nel 2022 la Moldavia riceve lo status ufficiale di Paese candidato all'Ue, e nel 2025 è in corso una campagna per modificare la Costituzione al fine di sancire l'orientamento europeo come principio fondante della nazione.
Sul piano internazionale, Sandu prende posizioni nette contro l'inflUenza russa: condanna apertamente l'invasione dell'Ucraina, chiede il ritiro delle truppe russe dalla Transnistria e denuncia tentativi di destabilizzazione orchestrati da Mosca. In particolare, nel 2023 accusa pubblicamente il Cremlino di voler organizzare un colpo di Stato in Moldavia, fatto che alimenta tensioni diplomatiche e alza il livello di allerta nei Paesi vicini.
Nonostante la forte legittimazione popolare, il percorso di Sandu non è privo di ostacoli. La presidente deve confrontarsi con una classe politica divisa, nella quale sono ancora presenti forze filo‑russe pronte a bloccare le sUe iniziative. La corruzione sistemica resta una sfida aperta: molte delle riforme annunciate necessitano di approvazioni parlamentari e di un apparato statale efficiente.
Inoltre, la Moldavia deve far fronte a una difficile situazione economica: l'emigrazione giovanile, la dipendenza energetica, l'instabilità dei mercati regionali e l'eredità delle crisi passate minano la crescita sostenibile del Paese.
Nel novembre 2024, Sandu viene rieletta per un secondo mandato, confermando il sostegno popolare al suo programma europeista. Il 28 settembre 2025 il suo partito PAS ottiene la maggioranza assoluta alle elezioni parlamentari, creando le condizioni politiche ideali per procedere con il referendum costituzionale sull'adesione all'Unione Europea. Questa finestra politica potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro della Moldavia. La leadership di Sandu è chiamata ora a trasformare il consenso elettorale in risultati tangibili sul piano economico, giuridico e sociale.
Riservata e lontana dai riflettori della cronaca mondana, Maia Sandu è nubile, non ha figli e vive a Chişinău. Conduce uno stile di vita sobrio, in linea con l'immagine di integrità che ha sempre cercato di rappresentare in politica. Ama la lettura, la musica classica e le camminate nella natura. È nota per la sua disciplina e per l'attenzione quasi ascetica all'etica pubblica. I collaboratori la descrivono come una leader esigente ma corretta, che lavora instancabilmente per portare avanti il suo progetto politico.
Parla flUentemente quattro lingUe – rumeno, russo, inglese e spagnolo – e possiede la cittadinanza rumena, aspetto che sottolinea il suo legame culturale con l’Europa occidentale. Nonostante il ruolo istituzionale, Sandu mantiene una forte connessione con la sua comunità d’origine, tornando periodicamente nel villaggio natale per partecipare ad eventi e sostenere iniziative educative. La sua figura, spesso descritta come austera ma determinata, rappresenta per molti moldavi il simbolo di una nuova classe dirigente orientata alla trasparenza, alla meritocrazia e alla modernità.