La grave crisi economica potrebbe incoraggiare alla svolta nel Paese. Ecco il contesto in cui ci si reca alle urne
© Ansa
Immersi in una grave crisi economica, i boliviani eleggeranno domenica 17 agosto il loro prossimo presidente in un'elezione in cui la destra sembra pronta a chiudere il ciclo iniziato vent'anni fa dall'ex presidente socialista Evo Morales. Il Paese andino di 11,3 milioni di abitanti si reca alle urne stanco della carenza di dollari e carburante, conseguenza di un'economia in crisi, e con gli occhi puntati sui prezzi. L'inflazione annua si avvicina al 25%, un record da 17 anni. Incolpato della debacle, il presidente uscente Luis Arce, un tempo sostenuto da Evo Morales ma ora in conflitto con lui, ha rinunciato a candidarsi per un secondo mandato. Andronico Rodríguez, presidente del Senato, anch'egli di sinistra, e il candidato del Movimento al Socialismo (MAS), al potere dal 2006, Eduardo del Castillo, rimangono molto indietro nei sondaggi.
In questo contesto, due candidati di destra, tra gli otto in lizza, si contendono il primo posto: il milionario di centro-destra Samuel Doria Medina, 66 anni, e l'ex presidente di destra Jorge 'Tuto' Quiroga, 65 anni. Gli ultimi sondaggi danno il primo al 21% e il secondo al 20%, rispetto al 5,5% di Andronico Rodríguez e all'1,5% di Eduardo del Castillo.
Salvo sorprese, si prevede che i due favoriti si affronteranno al secondo turno il 19 ottobre, in un duello a destra senza precedenti.
Entrambi promettono di rompere con il modello statalista instaurato da Evo Morales, figura di spicco della sinistra latinoamericana. Sotto la sua presidenza (2006-2019), la povertà è diminuita e il Pil è triplicato, ma il calo delle entrate del gas dal 2017 ha gettato il Paese nella crisi. "Cambieremo tutto, assolutamente tutto. Sono stati 20 anni di sprechi", ha dichiarato 'Tuto' Quiroga, un ingegnere di 65 anni che ha ricoperto la carica di presidente ad interim per un anno (2001-2002).