Attacco al London Bridge, uno degli "eroi" è in realtà un assassino: nel 2003 ha ucciso una 21enne disabile
Al momento dellʼattentato era in permesso premio e stava andando a un convegno sulla riabilitazione dei detenuti. La famiglia della vittima si è detta "scioccata": "Non sapevamo fosse libero"
Fino a venerdì era considerato un "eroe", per aver bloccato insieme ad altri passanti l'attentatore del London Bridge, nel tentativo di salvare la vita a una donna, rimasta vittima.
Ora è finito nell'occhio del ciclone poiché in realtà l'"eroe" altro non è che James Ford, un assassino 42enne in libertà vigilata condannato all'ergastolo per aver strangolato e sgozzato una 21enne disabile, Amanda Champion, nel 2003. Ford, che deve scontare una pena minima di 15 anni di reclusione, era in permesso premio: stava andando a una conferenza sulla riabilitazione dei detenuti quando si è trovato di fronte a Usman Khan.
Angela Cox, la zia di Amanda Champion, ha affermato al Daily Mail di essere rimasta scioccata e arrabbiata per quanto accaduto: "Non è un eroe. È un assassino in libera uscita. Nessuno di noi sapeva fosse fuori dal carcere". La Cox ha poi ribadito: "Ha ucciso una ragazza disabile. Non è un eroe, assolutamente no".
Il corpo di Amanda era stato ritrovato vicino a casa sua ad Ashford, nel Kent, nel 2003. A denunciare Ford, che lavorava come operaio in una fabbrica, era stato un volontario dei "Samaritans", che decise di chiamare la polizia a seguito di 45 telefonate fatte dall’assassino per confessare il suo delitto. Il 42enne aveva strangolato e tagliato la gola alla 21enne disabile senza un apparente motivo. Per questo la polizia del Kent lo aveva giudicato un soggetto molto pericoloso.
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