Dalle sale giochi alle più moderni console, DotEmu riporta in scena una saga videoludica dimenticata da quasi trent'anni
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Per chi è cresciuto tra i cabinati delle vecchie sale giochi, Windjammers non ha certo bisogno di presentazioni: si tratta di uno dei titoli più apprezzati dell'era arcade, una sorta di versione glorificata di Pong! che ha rappresentato per molti anni un vero e proprio cult. Ventotto anni dopo l'originale, da DotEmu arriva un seguito diretto realizzato in perfetta continuità con il passato, pronto a conquistare una nuova generazione di appassionati.
Creare un sequel di un gioco assente da quasi trent'anni dalla scena videoludica potrebbe essere un’idea abbastanza folle: il rischio principale, per lo studio francese che proprio con Windjammers 2 ha deciso di creare il suo primo videogioco dall'inizio alla fine, era di rovinare l’equilibrio di un gameplay sostanzialmente perfetto nella sua essenzialità. Per raggiungere lo scopo, il team ha deciso di creare un motore di gioco proprietario e soluzioni native con cui riuscire non soltanto a ricreare il feeling dell’originale, ma capace allo stesso tempo di inserire nuove meccaniche.
Seguendo una direzione artistica chiaramente figlia degli anni ‘90, con un'abbondanza di colori fluo, un design essenziale di arene e personaggi e impreziosito da tratti irregolari, Windjammers 2 cerca di ricreare il feeling del primo capitolo senza necessariamente vivere nel passato: lo fa proponendo, ancora una volta, due atleti pronti a sfidarsi a colpi di frisbee su un campo di gioco che, se vogliamo, porta alla mente quelli tipici di discipline sportive come tennis e dodgeball. Il cast è composto da dieci personaggi (quattro in più rispetto all'originale), ciascuno caratterizzato da statistiche (velocità, potenza) differenti che possono essere scoperti... semplicemente giocando.
Le variabili, rispetto al primo capitolo, sono aumentate, perché se è vero che Windjammers 2 ricorda molto l'originale e il suo gameplay precissisimo, basato tanto sulla rapidità d'esecuzione quanto sul tempismo e capacità di lettura dell'azione, bastano pochissime partite per rendersi conto di quanto l'essenza ludica sia più elaborata rispetto al passato. Ogni personaggio dispone di un set di mosse e animazioni differenti, così come differenti sono i valori in campo: ogni "lottatore" può dare effetti diversi al disco, può coprire lo spazio in un certo modo (in corsa, oppure tuffandosi) ed è caratterizzato da una potenza di tiro e una destrezza differenti.
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Due tipologie inedite di colpi introdotti dallo studio francese danno il benvenuto al gioco a volo: la smorzata e la respinta, entrambe eseguibili premendo - con il giusto tempismo - un tasto prima di afferrare il disco. Il salto assume così un'importanza ancora maggiore vista la possibilità di schiacciare il disco nella metà campo avversaria, mentre una barra di caricamento concede di attivare mosse speciali e aggiunge un ulteriore livello di profondità alla strategia di gioco. Ne consegue un ritmo ancora più frenetico e intenso, pur mantenendo la filosofia di base dell'originale, che puntava tutto sul tempismo e sull'istinto del giocatore.
L'opera di DotEmu cerca di bilanciare al meglio le strategie difensive e le tattiche offensive, recuperando a conti fatti il gameplay essenziale e istintivo del capitolo originale, ma espandendolo con una dimensione più sportiva e tattica alle sfide. Nel farlo, mantiene la sua natura arcade, nel bene e nel male: se il gioco rende benissimo in presenza di altri giocatori in carne e ossa (non necessariamente nella stessa casa, vista la presenza di una modalità multiplayer online), è in single-player che manca di mordente.
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La campagna è composta da cinque stage più due bonus (inclusa l’immancabile dog run), in cui i singoli personaggi non vengono tuttavia presentati a dovere: si tratta di una semplice "palestra" per preparare i giocatori alle sfide multiplayer, ma creare un ecosistema così essenziale in un panorama videoludico come quello moderno è rischioso, perché corre il rischio di allontanare gli utenti poco interessati a "combattere" contro altre persone in carne e ossa. In tal senso, una modalità più corposa avrebbe certamente aiutato a rendere il gioco godibile su molteplici fronti e non soltanto a quei giocatori che sono interessati a sfidare altri avversari.
Peccato, perché a livello di gameplay Windjammers 2 rispetta in pieno la visione essenziale dell’originale, migliorandone la formula che mescola sapientemente l'idea di Pong alle meccaniche tipiche dei picchiaduro e dei titoli sportivi dando vita a un gameplay coinvolgente, adrenalinico e divertente. Imperdibile per tutti coloro che hanno amato il primo capitolo, da scoprire per tutti gli altri che - anche grazie a Xbox Game Pass - potrebbero trovare un nuovo passatempo da cui è difficile staccarsi. Attenzione: crea dipendenza!
Come lo abbiamo giocato
Abbiamo giocato a Windjammers 2 su PC e PlayStation 5, sperimentando sia la modalità single-player che le sfide online. Il gioco è disponibile su tutte le console ed è incluso all'interno del catalogo di Xbox Game Pass per un periodo di tempo limitato.
Può piacere a chi…
… ha amato l'originale Windjammers ai tempi delle sale giochi
… vuole cimentarsi in un gioco sportivo competitivo e frenetico
… apprezza le atmosfere anni '90 e le esperienze tipicamente arcade
Potrebbe deludere chi…
… sperava in una modalità single-player più corposa
… non sopporta la competizione e le sfide multiplayer
… sperava in un gameplay più accessibile e meno intenso
Windjammers 2 è un gioco consigliato a un pubblico di tutte le età.