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Videogiocatore inneggia al razzismo, Sony gli blocca tutti i giochi per PS4

Lʼutente ha violato la politica di condotta su PlayStation Network ed è stato punito con lʼimpossibilità di avviare i giochi in digitale

Videogiocatore inneggia al razzismo, Sony gli blocca tutti i giochi per PS4 - foto 1
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Per una settimana, un videogiocatore di nome Rob ha inneggiato al razzismo mentre giocava online con la propria PlayStation 4, offendendo senza mezzi termini altri giocatori durante alcune partite in multiplayer.

Segnalato a più riprese dai malcapitati di turno, Rob è stato bandito da Sony per aver violato i termini d'utilizzo e di condotta su PlayStation Network, impedendogli per tutta risposta di accedere col proprio account.

Rob inneggiava alla superiorità della razza bianca, offendendo persone di colore con appellativi non conformi alle linee guida diramate da Sony all'interno delle condizioni d'utilizzo di PlayStation Network, che ogni utente è obbligato ad accettare per poter accedere al servizio, giocare in multiplayer online ed effettuare acquisti da PlayStation Store.

Con l'impossibilità di accedere ai servizi di PlayStation Network, Rob ha perso la facoltà di avviare tutti i giochi acquistati da PlayStation Store in formato digitale. Come potete vedere dall'immagine che segue, infatti, ogni gioco presenta infatti un lucchetto di fianco al nome, che testimonia appunto la mancata verifica della licenza digitale e di conseguenza impedisce l'avvio di un qualsiasi prodotto.

Videogiocatore inneggia al razzismo, Sony gli blocca tutti i giochi per PS4 - foto 2
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Nonostante Rob avesse regolarmente acquistato i giochi da PlayStation Store, a causa della sua cattiva condotta ha virtualmente perso il diritto di utilizzare i giochi in formato digitale fintanto che resterà attivo il "ban" da parte di Sony.

L'utente non ha perso tempo e contattato il servizio clienti PlayStation, che ha confermato come il giocatore sia stato bandito a causa di comportamenti eticamente scorretti, atti di razzismo e odio verso orientamenti sessuali, religioni e orientamenti culturali differenti.

Dal canto suo, Rob si è dimostrato assolutamente non pentito delle proprie azioni, dichiarandosi al contrario un razzista convinto e promettendo di continuare su questa condotta anche in futuro.

Il giocatore ha poi risposto al servizio clienti di PlayStation, confidando che non ha alcuna intenzione di acquistare la prossima PlayStation 5 e continuando a inneggiare al razzismo, promuovendo la "superiorità della razza bianca".

Secondo quanto riportato dal portale OneAngryGamer, Rob teme che questa risposta possa comportare un ban definitivo da parte di Sony e di conseguenza la perdita di tutti i giochi acquistati in formato digitale. Rob si rifugia dietro il diritto alla libertà di parola e d'opinione, sottolineando come da comportamenti razzisti e xenofobi l'azienda possa estendere questi limiti di condotta anche ad altri argomenti, come ad esempio la politica.

Non è la prima volta che Sony attua una politica così "estrema" nei confronti di giocatori razzisti: già lo scorso anno, l'azienda aveva bandito un giocatore razzista che aveva dichiarato di non comprendere la cultura messicana, o ancora cancellato da PlayStation Network un giocatore il cui nome utente (creato nel 2012 e ai tempi ritenuto conforme alle linee guida) è stato etichettato come offensivo a distanza di sei anni dalla creazione dell'account.

 


 

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