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Più giochi tradizionali e meno videogames, ecco l’iniziativa della Regione Piemonte

Abbandonare i videogiochi e incentivare attività sociali e manuali è il nuovo obiettivo della regione a sostegno delle famiglie e dei bambini

IGN

Quest’anno e mezzo trascorso in piena emergenza da Covid-19 ha portato tutti a riconsiderare il proprio stile di vita e abitudini che, specie nei giovani, si erano orientate sempre più verso l’utilizzo delle tecnologie già prima che il virus si diffondesse. La pandemia non ha fatto dunque che amplificarne la portata, specie quando anche i videogiochi sono diventati parte fondamentale della vita quotidiana e dell’istruzione tra le mura domestiche.

In particolar modo i bambini si sono fatti sempre più assorbire dal mondo virtuale, con effetti non sempre positivi sul ritorno alla normalità, nei confronti della quale sono diventati sempre più estranei. La Regione Piemonte ha deciso così di orientare una serie di interventi atti a incentivare il ritorno ai giochi tradizionali proprio per aiutare le famiglie in questo percorso di "recupero".

 

La regione ha ricevuto dallo Stato più di un milione di euro in più rispetto all’anno scorso per supportare i numerosi centri per le famiglie sparsi su tutto il territorio. SI è deciso dunque di destinare la somma di 1.860.000 euro alle politiche a sostegno di genitori e figli per la creazione di attività che mirano al recupero dei giochi tradizionali volti alla socializzazione e alla manualità, piuttosto che investirli in videogiochi e prodotti tecnologici.

 

"Circa il 10 per cento sarà dedicato a progettualità per promuovere i giochi tradizionali a discapito di quelli elettronici che, come ipotizzano diversi studi, possono creare veri e propri fenomeni di pericolose dipendenze", ha dichiarato l’assessore alle Politiche sociali Chiara Caucino.

 

I fondi verranno dunque destinati al sostegno di consultori, call center dedicati alle famiglie, nonché ai centri per adozioni dei minori ed eroganti servizi assistenziali di diverso tipo. L’obiettivo è la lotta alle numerosi "distorsioni" generate proprio dal largo uso della tecnologia, come il cyberbullismo e la dipendenza da gaming. "Credo molto nel ruolo che possono svolgere i Centri per le famiglie, soprattutto per quanto riguarda il sostegno alla genitorialità. Il nostro obiettivo è formare per il futuro cittadini migliori, e questo processo deve avvenire proprio partendo dalle famiglie", ha proseguito l’assessore.

 

A tal proposito, però, la Caucino ha evidenziato il ruolo determinante ricoperto proprio dal gioco, sottolineando come non ci sarà "nessuna crociata contro i videogames, ma un incentivo al ritorno ai giochi tradizionali, sociali, manuali, che contribuiscono anch’essi ad una crescita corretta dei nostri figli".

 


 

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