Dall'amore per Fallout alle difficoltà con Red Dead Redemption: John Carpenter parla del legame con i videogiochi
Il noto filmmaker racconta il suo amore per i videogame e dei motivi per cui non ha apprezzato particolarmente l'opera western di Rockstar Games
Sempre più spesso si sente parlare di personaggi famosi che svelano di aver un'insana passione per i videogiochi.
Dallo sport alla musica, passando per il cinema, l'universo videoludico raccoglie ormai numerosi nomi di volti molto amati dal pubblico: tra questi non solo dunque attori e atleti, ma anche scrittori e registi, come il maestro dell'horror John Carpenter, il quale ha svelato il suo amore per i videogame in una recente intervista.
"Amo tutti i film che ho fatto, ma amo anche fermarmi e rilassarmi, per esempio guardando il basket o giocando ai videogiochi", ha esordito Carpenter parlando con la rivista americana New Yorker.
Il regista di pellicole horror come "Halloween" e "La cosa" ha ammesso di giocare un po' a tutto prima di entrare nello specifico. "Sto giocando da un bel po' a Fallout 76", ha continuato. "I giochi di Fallout sono divertenti, è come vivere in un mondo post-apocalittico. Ha avuto un lancio difficile, con problemi e bug, ma mi piace molto. Ho amato molto anche Horizon Forbidden West. Un gioco sorprendente", ha confessato.
Il discorso si è poi spostato su Red Dead Redemption 2, con Carpenter che ha raccontato di aver provato ma di non essere mai riuscito a salire "su quel dannato cavallo" e di aver quindi rinunciato. "Era troppo difficile per me", ha affermato. "Sono abbastanza bravo a giocare ai videogiochi dopo tutti questi anni. Ma in questo caso ho avuto una pessima esperienza: i comandi, almeno per me, non erano intuitivi, ma credo che tutti gli altri si siano divertiti. È stato un gioco davvero popolare", ha aggiunto in merito all'avventura di Rockstar Games.
Allargando poi il suo discorso, Carpenter ha parlato dei giochi che negli ultimi anni sono diventati più cinematografici. "Prendono in prestito alcuni elementi simili al cinema, ma a differenza di quest'ultimo non si può prescindere dall'interazione che i giocatori hanno con ciò che stanno facendo", ha detto. "Eppure, i videogiochi sono ancora giovani. Non hanno ancora raggiunto il loro pieno potenziale".
Carpenter ha quindi concluso la sua intervista spiegando come si sia avvicinato ai videogiochi per la prima volta nel 1992, grazie a Sonic the Hedgehog: "È lì che ho iniziato e me ne sono innamorato. A quel punto non potevo più farne a meno". Carpenter ha poi svelato di essersi appassionato ai videogame grazie anche a suo figlio, il quale lo ha introdotto a generi come i platform o franchise popolari come Halo.
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