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The Last of Us: Part II ci guida sui sentieri dell'odio e della vendetta

Il focus della narrazione sembra volersi incentrare su Ellie ma Naughty Dog ha altre frecce al suo arco

The Last of Us: Part II ci guida sui sentieri dell'odio e della vendetta - foto 1
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Dopo averci regalato uno dei finali più catartici nella storia di PlayStation, nessuno si aspettava davvero un seguito per The Last of Us.

C'erano le speranze, ovviamente, come succede per qualsiasi opera rimasta nel cuore ma l'avventura di Joel ed Ellie si era conclusa in maniera perfetta, con un'accettazione intrisa di consapevolezza da parte di Ellie - probabilmente aveva intuito la verità dietro le parole di Joel. Una fine sospesa, questo è indubbio, ma la sua bellezza risiedeva proprio in questo: The Last of Us aveva aperto e chiuso un cerchio, lasciando i giocatori a immaginare quale sarebbe stato il futuro dei suoi protagonisti.

O almeno così è stato fino alla PlayStation Experience del 2016, quando a sorpresa Naughty Dog ha portato davanti agli occhi di milioni di spettatori quello in cui pochi ancora speravano davvero: il teaser trailer di The Last of Us: Part II, confermando di fatto il sogno di tantissimi appassionati. È dovuto trascorrere un altro anno prima che Naughty Dog, impegnata nel frattempo con lo sviluppo di Uncharted: L'Eredità Perduta (lo spin-off della saga dedicato a Chloe Frazer e Nadine Ross), calcasse nuovamente il palco alla Paris Games Week 2017 per offrirci un secondo trailer in grado di minare tutte le ipotesi costruite in dodici mesi di silenzio. Cosa ci aspetta dunque in The Last of Us: Part II?

SE INCONTRI UN BUDDHA, UCCIDILO Che la narrazione voglia la giovane Ellie come personaggio principale non è da mettere in dubbio. Laddove il primo gioco aveva più il sapore del riscatto, con la lenta rinascita di Joel dopo la perdita della figlia agli inizi del contagio, questa seconda parte della storia vira verso toni più cupi: della ragazzina coraggiosa e ottimista capace di aprire gli occhi a un vecchio contrabbandiere disilluso non c'è più traccia. Al suo posto ci si presenta una diciannovenne dallo sguardo rabbioso, indurita da anni di sopravvivenza in un mondo dove nessuno può dirsi alleato, pronta a seguire un cammino di vendetta senza timore di macchiarsi le mani - piuttosto il contrario. Ellie cova un odio profondo verso qualcuno su cui possiamo solo speculare e il primo pensiero va naturalmente alle Luci: il gruppo di resistenza del quale sua madre Anna ha fatto parte e che per lei ha rappresentato tutto fino all'incontro con Joel potrebbe essere stato la molla scatenante. Su questo gli sviluppatori hanno mantenuto il massimo riserbo, limitandosi a dire che gli eventi occorsi nei cinque anni dalla conclusione del primo capitolo hanno messo Ellie a dura prova, probabilmente più dal punto di vista emotivo che fisico.

Cosa ci suggerisce questo? Il fatto che Joel non sia più un personaggio giocabile ha spinto molti a credere fosse morto e che l'uomo cui Ellie si rivolge nella camera da letto dopo aver apparentemente ucciso altre persone non fosse lui. In realtà Neil Druckmann ha specificato che la storia di The Last of Us: Part II vedrà coinvolti entrambi i personaggi, perciò almeno per ora possiamo tirare un sospiro di sollievo. Quello su cui sarebbe più opportuno riflettere è invece il rapporto fra Joel ed Ellie: se c'è una cosa che il contrabbandiere ha sempre cercato di fare, pur con i suoi modi bruschi e scostanti, è stato tenere la ragazzina il più possibile lontano dal pericolo e dalla violenza di un mondo allo sbando. Non è da escludersi che fra i due possano venirsi a creare tensioni fino al punto di rottura, soprattutto perché abbiamo già potuto conoscere il carattere ribelle di Ellie e se a questo sommiamo l'odio al quale lei sembra essersi totalmente votata, ci sono concrete probabilità che i due prendano strade separate o addirittura si scontrino.

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IO SONO TUA MADRE Forti di queste convinzioni, il secondo trailer mostrato alla Paris Games Week 2017 ha messo sul piatto un aspetto mai preso abbastanza in considerazione: la presenza di più personaggi rilevanti ai fini della trama e, forse, persino giocabili. In un crescere di violenza che ha addirittura sollevato polemiche sul web, il nuovo video ha presentato quattro nuovi personaggi, uno dei quali sembra essere proprio la madre di Ellie, Anna. Dal gioco originale abbiamo appreso della sua morte, pur non conoscendone le dinamiche, perciò quanto mostrato potrebbe essere un flashback dei primi anni dopo l'apocalisse, quando l'umanità doveva ancora adeguarsi a una vita vissuta sul filo del rasoio. Presa prigioniera assieme a Yara e Lev, probabilmente affiliati alle Luci, la donna misteriosa si trova a collaborare con loro per sfuggire alla morte stabilita da Emily - la cui breve durata in scena ha reso difficile determinarne il ruolo.

La reciproca conoscenza fra Yara, Lev ed Emily, sommato al fatto che quest'ultima li definisca "apostati", suggerisce non solo una connessione fra loro ma un possibile approfondimento delle Luci stesse. Se davvero questi fatti sono ambientati nel passo e in un periodo ancora piuttosto a ridosso della diffusione del contagio, è probabile che durante il tentativo di formarsi le Luci siano incorse in contrasti interni che hanno portato a profonde fratture e di conseguenza alla creazione di piccoli gruppi isolati e autonomi dotati di una loro visione del mondo. Cellule cresciute fino ad assumere i connotati di vere e proprie sette, brutali nel dettar legge e ancora di più nel punire. Lo dimostra la giustizia sommaria alla quale sottopongono "Anna" e i cadaveri appesi che fanno da macabro monito.

Emily non ha vita lunga ma dura quanto basta per instillarci l'ennesimo dubbio e rendere ancora più concreta la possibilità che la donna misteriosa sia davvero Anna. Prima di impiccarla, Emily le punta un coltello allo stomaco dichiarando che "il peccato ha nidificato in loro". Un'esternazione che va presa con la dovuta cautela, soprattutto considerato che viene da una fanatica e alcuni dei cadaveri dai quali ha estirpato il male sono uomini, particolare da cui si può ipotizzare che il suo riferimento sia genericamente rivolto all'infezione che sta devastando il mondo. Come sempre Naughty Dog ci lascia con più dubbi che certezze ma se davvero le teorie fossero confermate e la donna fosse la madre di Ellie, si verrebbe a creare una sovrapposizione narrativa dall'enorme potenziale soprattutto per quanto riguarda la stessa Ellie. A questo proposito è altrettanto interessante capire se la giovane protagonista incrocierà il suo cammino con Yara e Lev, posto siano ancora vivi, e quale potrebbe essere la sua reazione nel caso.

In questi contesti tutti piuttosto fumosi e nella totale assenza di gameplay, c'è una sola certezza: The Last of Us: Part II non sarà pubblicato prima del 2019. Su questo il CEO di Sony Interactive Entertainment è stato molto chiaro già nel 2016 e quest'anno Neil Druckmann ha sottoscritto, confermando in un'intervista che i fan dovranno attendere almeno altri due anni. Considerato che solo pochi mesi fa è stato pubblicato lo spin-off di Uncharted non è difficile immaginare come Naughty Dog si stia dedicando seriamente allo sviluppo da un tempo relativamente breve. Al momento dunque, pur sapendo che la narrazione sarà strettamente focalizzata su Joel ed Ellie (con tutte le implicazioni che questo comporta), possiamo solo accettare il mistero che avvolge la produzione del gioco e limitarci a costruire ipotesi, nell'attesa che Naughty Dog ci stupisca ancora una volta.
 


 

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