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Mary Quant: com'è nata la "sua" minigonna, il capo più femminista

L'intuizione prendendo il bus, l'invenzione "contesa", l'onorificenza "come i Beatles". Così la stilista britannica ha dato voce a un'epoca 

Mary Quant: com'è nata la "sua" minigonna, il capo più femminista - foto 1
IPA

Sembra che a Mary Quant l'intuizione sia venuta per praticità: correndo dietro a un bus, nella Londra di fine anni Cinquanta, che ha rischiato di perdere perché la lunghezza della gonna la ostacolava nei movimenti.

Una rivoluzione iniziata a colpi di sforbiciate: prima di due pollici sopra il ginocchio, poi di quattro (circa 10 cm). È iniziato così l'amore delle ragazze inglesi (e poi del mondo) per le mini skirt.


Mary Quant, scomparsa "serenamente" a 93 anni, ha contribuito a segnare e a dare una svolta a un'epoca. Di fatto, l'invenzione della minigonna è stata rivendicata dal couturier francese André Courrèges, che nel 1964 aveva presentato a Parigi una collezione di abitini corti, dalle linee a trapezio. Eppure è stata la stilista britannica a imprimere una diffusione "democratica" a un capo a tutt'oggi considerato di rottura, simbolo di emancipazione, sicuramente il più femminista di sempre. "Le vere creatrici della minigonna - ha sostenuto - sono le ragazze che si vedono per strada".
 

Erano gli anni della ribellione e del vento di libertà della Swinging London. Iniziava a farsi strada il Sessantotto, l'amore libero, la pillola anticoncezionale, i collant (la cui diffusione si deve sempre alla stessa Mary Quant). La minigonna era libertà, praticità, gioventù. E tracciava una linea di distinzione netta e inequivocabile. Una vera e propria rivoluzione culturale, oltre che del costume. Il giornalista inglese Bernard Levin ha definito Barbara Mary Quant (questo il suo nome completo) "High Priestess of Sixties fashion", ovvero Alta Sacerdotessa della moda degli anni Sessanta. Alla fine del 2014, la regina Elisabetta le ha conferito l'onorificenza di Dama dell'Impero Britannico. Nel 1966 la stilista aveva ricevuto, sempre dalle mani dell'indimenticabile sovrana, quella di Cavaliere. La stessa che, un anno prima, avevano avuto i suoi idoli: i Beatles.

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