Giorgio Armani: le foto che raccontano il suo stile insuperabile
In mostra a Milano gli scatti di Aldo Fallai negli spazi di Armani/Silos. Un racconto per immagini, tra arte e vita, di quasi 30 anni di sodalizio
Giorgio Armani e la nascita dello stile che lo ha reso unico, grande, insuperabile.
Fotografie concepite come fossero quadri, ispirate alle opere d'arte, evocazioni cinematografiche ma anche spaccati di vita e scene intime e quotidiane, nelle quali riconoscersi. Milano celebra la visione rivoluzionaria dello stilista e il lavoro di Aldo Fallai.
Quello tra Giorgio Armani e il fotografo fiorentino, classe 1943, è un sodalizio artistico iniziato a metà degli anni Settanta, ancora prima dell'avventura come solista dello stilista, per poi proseguire fino agli inizi degli anni Duemila e riprendere in anni recenti. La mostra "Aldo Fallai per Giorgio Armani, 1977-2021", curata dallo stesso Giorgio Armani, da Rosanna Armani e Leo Dell'Orco, è aperta al pubblico fino all'11 agosto prossimo e si trova negli spazi di Armani/Silos.
Davanti agli occhi dei visitatori si snoda un racconto fatto di immagini, coniugato al tempo presente, di quasi trent'anni di ininterrotto dialogo artistico. L'esposizione esplora i confini di una collaborazione unica, che ha definito l'essenza stessa di un'estetica che ha fatto breccia nell'immaginario collettivo. Al momento del loro primo incontro, Armani è un giovane stilista freelance; Fallai, diplomato all'Istituto d'arte, è un grafico con una felice inclinazione per la fotografia. L'intesa è immediata. Il primo, consapevole dei mutamenti sociali in atto che vedono le donne acquisire potere e gli uomini vestirsi con più consapevolezza, è determinato a riscrivere le regole del vestire, creando un vero e proprio lifestyle. Il secondo lo accompagna nella definizione di un immaginario nel quale evocazioni cinematografiche e cenni neorealisti si mescolano a echi della pittura tardorinascimentale e manierista, in una messa in scena che sa di vita e che per questo è profondamente autentica.
L’uso del bianco e nero, e l’astrazione narrativa che ne deriva, è la scelta vincente: le immagini sono infatti immediate e senza tempo, di pura invenzione ma come catturate in un istante reale. Insieme aspirano a dipingere scene della miglior vita possibile, situazioni nelle quali lo spettatore si può rispecchiare e che rispecchiano l’idea dello stilista che eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare. Il percorso narrativo si snoda su due piani e raccoglie, in rigoroso ordine sparso, circa duecentocinquanta scatti, apparsi sulle riviste o trasformati in affissioni dal forte impatto mediatico. Sono foto familiari e sorprendenti, realizzate con inventiva e intelligenza.
"Lavorare con Aldo mi ha permesso, fin da subito, di trasformare in immagini reali la fantasia che avevo in mente: che i miei abiti non erano soltanto fatti in una certa maniera, con certi colori e materiali, ma rappresentavano un modo di essere, di vivere. Perché lo stile, per me, è un’espressione totale", ha spiegato Giorgio Armani. "Il lavoro con Giorgio è stato il frutto di un dialogo naturale e continuo, e di grande fiducia da parte sua - ha sottolineato Aldo Fallai -. Entrambi eravamo interessati a mettere in luce un aspetto dello stile legato al carattere e alla personalità, e questo si è tradotto in immagini che appaiono attuali oggi come ieri".
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