Una scuola tutta di plastica: quando le bottiglie diventano mattoni "verdi"
Dalle Filippine al Sudafrica, il progetto EcoBricks ha finora innalzato 60 istituti in "soli" 69 mesi di lavoro: lʼobiettivo è il recupero di materiali non biodegradabili

Scuole costruite grazie a "mattoni" fatti di bottiglie di plastica riempiti di materiali non biodegradabili. E' l'obiettivo del progetto EcoBricks messo in piedi dall'ambientalista Susan Heisse, che in appena 69 mesi ha innalzato 60 istituti in diversi Paesi tra i più poveri del mondo, dalle Filippine al Guatemala, passando per il Sudafrica. Questi blocchi "green" rappresentano una soluzione diversa alla gestione dei rifiuti, incoraggiandone il riutilizzo e il riciclo.
Il progetto - Nelle Filippine settentrionali è stato distribuito nelle scuole locali un manuale nel quale si spiegano i vantaggi del riciclo e di questo modello di gestione dei rifiuti. Come parte del programma di studi, inoltre, gli studenti devono realizzare un EcoBrick a settimana descrivendo il modo con il quale lo hanno ottenuto. Ogni passo in avanti del progetto viene registrato dalla Heisse sul sito della sua organizzazione Hug It Forward.
L'esempio di Greyton - I "mattoni" EcoBricks trasformano i rifiuti in un materiale isolante, offrendo una soluzione al problema della disoccupazione e della mancanza di alloggi. Ad esempio nella città di Greyton, in Sudafrica, i volontari del progetto stanno lavorando per offrire case abitabili per una popolazione sempre più numerosa. Tra le iniziative anche la realizzazione di orti comunitari in collaborazione con le scuole locali e un eco-villaggio che offre lavoro a 18 persone.
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