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Sistemi sanitari dei Paesi europei a confronto, ricerca e strategia dell'Ue nella lotta al virus | Guarda la quinta puntata di "Giovane Europa"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 25 giugno ed è realizzata in collaborazione con la Commissione europea

Nella quinta puntata di "Giovane Europa", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con la Commissione europea, si parla di sanità a 360 gradi: dalle differenze tra i sistemi sanitari dei Paesi europei alla strategia dell'Ue per rafforzarli fino ai numeri e alla remunerazione del personale sanitario. Non solo. Nel nuovo appuntamento, andato in onda giovedì 25 giugno, ci si concentra anche sulla ricerca e sul piano dell'Ue per la lotta al coronavirus. 

Si parte parlando di solidarietà. Spesso, quando si discute di Europa, ci si concentra sulle divisioni. In realtà, la pandemia ha dimostrato il contrario. "Inizialmente, in Italia si è parlato molto degli aiuti arrivati dalla Cina, dalla Russia e da altri Paesi non europei e poco dello sforzo di solidarietà europea, arrivato dopo pochi giorni", spiega Massimo Gaudina, capo della rappresentanza della Commissione europea a Milano, ospite della puntata.

 

"Se è vero - continua - che inizialmente l'Europa è stata lenta ed esitante a reagire - alcuni Paesi avevano addirittura bloccato l'invio di materiale protettivo verso l'Italia - poi, dopo pochissimi giorni, è intervenuta la Commissione europea e molti Paesi hanno cambiato atteggiamento. Sono arrivati medici dalla Romania, dalla Norvegia, da tanti altri Paesi; alcuni pazienti italiani sono stati ricoverati negli ospedali austriaci o tedeschi; sono arrivate grandi quantità di mascherine protettive dalla Germania, dalla Francia, da altri Paesi; la Danimarca ha offerto un ospedale da campo all'Italia, ha donato un milione di euro alla Croce Rossa Italiana e così via. Oltretutto, poi, c'è stato l’intervento dell'Unione Europea, con scorte di materiale protettivo, con lo sviluppo di corsie preferenziali alle frontiere per i prodotti farmaceutici e con altri aiuti che, nelle primissime settimane, hanno cercato di alleviare il peso di questa tragedia". 

 

Sistemi sanitari a confronto - In Europa, a livello di sanità esistono ancora enormi differenze. Molto dipende dai modelli organizzativi adottati, diversi da Paese a Paese, che derivano da specifiche tradizioni politiche, sociali e culturali. I due profili sanitari principali adottati in Europa sono Beveridge e Bismarck, che si differenziano per i meccanismi di finanziamento e per l'ente che fornisce le prestazioni, pubblico o privato. Secondo uno studio dell'Health Consumer Powerhouse, che mette a confronto le performance dei sistemi sanitari europei dal punto di vista del paziente-consumatore, nel 2018 i sistemi Bismarck come quelli di Olanda e Germania, basati cioè su un modello di assicurazione sociale obbligatoria, continuavano a superare quelli Beveridge, attivi in Italia e nel Regno Unito. 

 

E mentre ciascuno Stato membro definisce deroghe ai propri servizi sanitari, l'Unione Europea - in virtù dell’articolo 168 del Trattato di Lisbona - ha il compito di armonizzare e coordinare la sanità dei vari Paesi così da garantire un'assistenza sicura e di qualità per tutti.

 

Un nuovo programma europeo in campo sanitario - "La Commissione, nell'ambito del Next Generation Eu, ha incluso anche un capitolo specifico per un nuovo programma europeo in campo sanitario, che ha due grossi obiettivi: intanto, quello di preparare l'Europa a una possibile futura nuova emergenza (organizzando delle riserve di materiale sanitario e uno staff medico pronto ad andare nei Paesi più in difficoltà). L'altro obiettivo, più di lungo periodo, è quello di rafforzare i sistemi sanitari nazionali e la cooperazione fra i Paesi in campo di diagnosi, prevenzione, accesso alle cure ma anche per esempio nella formazione di medici e infermieri. Si tratta di un programma a tutto campo proposto dalla Commissione che dovrà passare al vaglio del Parlamento europeo e dei 27 Stati membri. Un piano che ovviamente si aggiunge a tutti gli altri programmi già esistenti in questo ambito", afferma Gaudina.

 

Il personale sanitario - Secondo le stime dell'Oms, entro il 2030 in Europa e nel mondo ci sarà una carenza di circa 9 milioni di medici e di infermieri. In Italia, come riporta l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, abbiamo solo circa 5,8 infermieri per ogni 1000 abitanti. Un numero molto basso se lo si confronta con la media degli altri Paesi europei, che si attesta a 8 infermieri ogni 1000 abitanti. In Europa il primo Stato per numero di infermieri - che sono addirittura 17 ogni 1000 abitanti - è la Norvegia.

 

Altro tema importante è quello della remunerazione del personale sanitario. In Italia, rispetto ai colleghi europei, medici e infermieri possono essere pagati quasi 2 volte in meno. Gli infermieri meglio pagati in Europa sono quelli del Lussemburgo. Proprio di recente, dopo l'impegno dimostrato dal personale sanitario durante l'emergenza, i flashmob e le manifestazioni della categoria si sono moltiplicati, nel nostro Paese e all'estero. Medici e infermieri chiedono maggiori tutele e riconoscimenti.

 

La strategia dell'Ue nella lotta al virus - "La Commissione ha proposto una nuova strategia nel campo dei vaccini, una strategia europea ma allo stesso tempo globale - spiega Gaudina -. Questa strategia consiste nell'affrontare le varie sfaccettature di questa sfida: dalla ricerca scientifica per sviluppare un vaccino - che possa essere preventivo o terapeutico - alla produzione in massa di dosi (perché una volta che il vaccino sarà sviluppato, e forse ci arriveremo nel giro di poco tempo, bisognerà poi produrlo in quantità enormi, distribuirlo in tutta Europa e in tutto il mondo e somministrarlo nel modo più ampio, accessibile e abbordabile per tutti)". 

 

"Il fulcro di questa strategia sui vaccini è un accordo che la Commissione farà con le imprese farmaceutiche; e lo farà negoziando a nome dell'Europa, evitando 27 negoziati paralleli - sottolinea Gaudina -. La Commissione investirà dei fondi. Questi fondi serviranno a rafforzare le capacità produttive dell'industrie farmaceutica, in modo che quando il vaccino sarà pronto, sarà stato testato e autorizzato, se ne potranno produrre grandi quantità. Ricordo, inoltre, il grande evento di sabato sera: un concerto di raccolta fondi per il vaccino. L'iniziativa vedrà la partecipazione di star come Justin Bieber, David Beckham, i Coldplay e tanti altri. La raccolta fondi - lanciata dalla presidente Von der Leyen - è partita un mese fa, si parla di 10 miliardi di euro già raccolti, e si concluderà con il concerto".

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