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Giovani e lavoro, le iniziative dell'Ue | Guarda la sesta puntata di "Giovane Europa in Emergenza"

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 8 ottobre ed è realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo

Secondo i recenti dati dell’Istat, la disoccupazione giovanile si attesta in Italia intorno intorno al 32%. La cosiddetta generazione lockdown, giovani tra i 20 e i 35 anni che con la crisi causata dalla pandemia hanno visto drasticamente ridursi le opportunità di studio e di lavoro, è quella che ha pagato il prezzo più alto della crisi economica. La sesta puntata di "Giovane Europa in Emergenza", la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo, si concentra proprio su questo tema più che mai attuale - giovani e lavoro - e sulle iniziative dell’Unione europea in merito. Ne abbiamo parlato con due ospiti: Salvatore De Meo, eurodeputato di Forza Italia e Daniela Rondinelli eurodeputata del Movimento 5 Stelle.

La situazione in Italia - Sempre secondo i dati dell’Istat, quasi la metà di chi ha perso il lavoro ha un età compresa tra i 15 e i 34 anni, giovani spesso con contratti precari che non sono stati beneficiari della cassa integrazione o protetti dal blocco dei licenziamenti promosso dal governo. Dal canto loro le aziende danneggiate dallo stop delle attività produttive durante il lockdown faticano a sostenere economicamente stage e assunzioni.

 

La situazione dell’Italia pre Covid non era comunque delle migliori. Basti pensare che un neolaureato in Italia guadagna circa 23mila euro all’anno, in Germania quasi il doppio. Una vera e propria emergenza causata solo in parte da quella sanitaria. L’assenza di sgravi fiscali significativi sulle buste paga degli under 30 o il mancato potenziamento degli istituti tecnici superiori sono alcuni dei motivi per cui l’inserimento nel mercato del lavoro non è soddisfacente. E senza un impiego e quindi uno stipendio aumenta l’esposizione a disparità di genere e territoriali.

 

La situazione in Ue - Purtroppo l’emergenza dei giovani è una situazione non solo italiana, ma condivisa un po’ da tutti i Paesi dell’Ue. Alcuni Stati hanno però reagito bene, attuando delle strategie vincenti per migliorare l’inserimento dei ragazzi nel mercato del lavoro. Il più basso tasso di disoccupazione si registra nei Paesi settentrionali e a Malta. In Spagna, invece, si registra uno dei tassi di disoccupazione più alti d’Europa.

 

A che età i giovani escono da casa e vanno a vivere da soli? - L’Italia è nelle ultime posizioni della classifica per quanto riguarda l’indipendenza dei giovani. Sul podio ci sono Svezia, Finlandia e Danimarca. Tra la Svezia e il nostro Paese - che si piazza al quartultimo posto - ci sono ben 12 anni di differenza.

 

Cosa sta facendo l’Unione Europea per ridurre la disoccupazione giovanile? - "L’Unione europea si era già mossa all’indomani della crisi del 2008, quando i dati della disoccupazione in generale e di quella giovanile in particolare erano allarmanti. Tra i tanti strumenti messi a disposizione dall’Ue c’è Garanzia Giovani, creato per favorire l'inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro. Uno strumento che, però, in Italia molto spesso è stato utilizzato male. Ad ogni modo, il Fondo sociale europeo è stato rafforzato proprio perché Garanzia Giovani possa garantire un effettivo coinvolgimento dei giovani soprattutto nelle nuove sfide. Davanti a noi abbiamo la transizione digitale, la transizione verde e credo che i giovani siano i più adatti per accompagnare queste transizioni", spiega De Meo. 

 

"Su Garanzia Giovani, che dal 2013 ha coinvolto 24 milioni di giovani europei, - spiega Rondinelli - vorrei puntualizzare che il lavoro che abbiamo fatto, non solo come Movimento 5 stelle ma con tutte le forze politiche in Parlamento, è stato quello di trattare il tema della formazione. Infatti, una delle questioni che in questi anni non ha funzionato in Garanzia Giovani è che a livello regionale si è data una formazione basica. Penso a corsi di formazione, corsi di informatica che in effetti non hanno preparato i nostri giovani alle effettive esigenze del mercato del lavoro. Uno degli emendamenti che abbiamo presentato in Parlamento e che è stato votato quasi all’unanimità è proprio la richiesta alla Commissione Europea di alzare il livello di qualità della formazione”. 

 

"Dobbiamo arrivare a erogare una formazione ai giovani che sia non solo rispettosa delle loro competenze e delle loro aspettative ma anche di quelle che sono le esigenze delle aziende. Proprio in queste settimane, il governo italiano sta lavorando per l’implementazione del sistema informatico e formativo necessario per mettere insieme in rete i centri per l’impiego, le camere di commercio, le aziende e i giovani che ricercano formazioni. Spero che ci sia presto un incontro più coerente tra le aspettative dei giovani e le esigenze delle imprese".

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