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Coronavirus e vaccino, a che punto è la ricerca | Guarda la prima puntata di Giovane Europa in Emergenza

La rubrica di Tgcom24 è andata in onda giovedì 18 giugno ed è realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo

Vaccini, sanità e Covid-19. Sono questi i temi affrontati durante la prima puntata di Giovane Europa in Emergenza, la rubrica di Tgcom24 realizzata in collaborazione con il Parlamento europeo. Come l'Unione europea ha e sta affrontando l’emergenza sanitaria? A che punto sono la sperimentazione e la ricerca sul vaccino per il coronavirus? Nel primo appuntamento della rubrica, andato in onda giovedì 18 giugno, opinionisti e ospiti hanno fatto il punto sulla situazione dando una risposta ai suddetti quesiti.

La scoperta dei vaccini ha cambiato la vita dell’uomo. Eppure nel corso degli anni, il dibattito tra la comunità scientifica e i no vax si è acceso sempre di più.

 

Chi sono i no vax - I no vax sono gli antivaccinisti. Per loro i vaccini sono nocivi e potrebbero provocare effetti collaterali, come epilessia, autismo e disturbi neurologici. Anche in tempo di Covid-19, con la comunità internazionale impegnata nella ricerca di un vaccino, non è raro imbattersi in utenti che sulla rete protestano contro una possibile cura preventiva. L'epidemia secondo i no vax è frutto del complotto e delle cospirazioni delle lobby farmaceutiche, a discapito della salute dei cittadini.

 

"I no vax ritengono, magari inseguendo delle fantasie complottiste, che i vaccini siano solo uno strumento per arricchire le multinazionali, ma in realtà, come dimostra la storia, sono fondamentali", ha dichiarato l'europarlamentare di Fratelli d’Italia, Sergio Berlato, ospite della puntata.

 

"Sui vaccini l’Unione europea sta trovando il modo di agire con più determinazione”, ha assicurato l’altro ospite della puntata, l'europarlamentare del Pd Brando Benifei.

 

A che punto sono la sperimentazione e la ricerca sul vaccino per il coronavirus - Gli scienziati di tutto il mondo sono alla ricerca di un’arma efficace contro il coronavirus. Un passo importante in tal senso è stato compiuto pochissimi giorni fa dai ministri della Salute di quattro Paesi europei: Italia, Germania, Francia e Olanda, che hanno firmato un accordo con una casa farmaceutica, la Astra Zeneca. Sono state prenotate 400 milioni di dosi per i cittadini europei. Gli studi sono quelli dell’Università di Oxford, l’Italia partecipa alla produzione delle dosi grazie all’importante contributo di un’azienda con sede a Pomezia. Quello che sappiamo finora è che la campagna di vaccinazione, almeno in Italia, sarà gratuita e avrà come target prioritario le categorie considerate più a rischio: anziani e operatori sanitari. La prima tranche di dosi potrebbe essere in arrivo già tra settembre e ottobre. 

 

Nel mondo sono oltre 100 i vaccini in fase di test. Negli Stati Uniti, i progressi più importanti sono stati ottenuti da un’azienda farmaceutica con sede nel Massachusetts, la Biotech Moderna, tra quelle che hanno comunicato all’OMS di essere già nella fase che vede la sperimentazione sull’uomo. Anche la Cina si sta muovendo concretamente in merito. Stando a quanto riportato dall’azienda farmaceutica Sinovac Biotech, oltre il 90% delle persone a cui è stato somministrato il vaccino sperimentale ha sviluppato anticorpi nel giro di due settimane.

 

"Mi auguro - ha sottolineato Berlato - che l’Unione europea possa finanziare corposamente la ricerca e la sperimentazione. Quella del coronavirus è una famiglia molto composita che ha come caratteristica quella della grande mutevolezza. Bisogna trovare un vaccino che consenta una copertura della larga parte dei coronavirus. Inoltre, ci auguriamo che venga fatta piena luce sulle origini di questo Covid-19, che è uno dei tanti coronavirus in circolazione. Spero che il tutto venga affrontato con più rapidità rispetto a quanto fatto per l’emergenza sanitaria”. 

 

Come utilizzare al meglio i fondi europei per la ripresa economica dopo l'emergenza sanitaria? "L’Italia avrà la possibilità di accedere da luglio ad alcuni miliardi, arriverà fino a 20 nei prossimi mesi, per continuare a finanziare gli ammortizzatori sociali. Dovremmo decidere, inoltre, cosa fare con il Mes sanitario, uno strumento per le spese sanitarie dirette e indirette (quelle indirette coprono anche le spese di sanificazione delle imprese, delle scuole, ecc.). Per poter utilizzare le risorse del piano di ripresa, che probabilmente richiederà ancora alcuni mesi per poter essere negoziato, l’Italia dovrà invece fare dei piani. Dobbiamo spendere bene le risorse e non sprecarle", ha detto Benifei.

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