FOTO24 VIDEO24 Logo Mediaset ComingSoon.it Donne logo mastergame Grazia Meteo.it People sportmediaset_negative sportmediaset_positive TGCOM24 meteo.it
Podcast DirettaCanale 51
Temi del momento

Attuazione delle norme dell'Ue contro le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare

L'attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare è uno degli impegni della Commissione

Attuazione delle norme dell'Ue contro le pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare - foto 1
Commissione Ue

La Commissione europea ha pubblicato una relazione sull'attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali (UTP) nella filiera alimentare.

 

Adottata nel 2019, la cosiddetta Direttiva UTP vieta 16 pratiche che possono avere effetti dannosi sugli attori più deboli della filiera. Migliorare la posizione degli agricoltori nella ciclo di produzione alimentare, sostenere il loro reddito e garantire un’equa remunerazione sono obiettivi importanti della Politica Agricola Comune.

 

I risultati principali

 La grande maggioranza degli Stati membri ha adottato un livello di protezione più elevato, avvalendosi così della possibilità di adottare o mantenere norme nazionali che vanno oltre le pratiche vietate dalla direttiva. Le autorità di contrasto sono state designate in tutti i paesi dell’Ue. Nel 2023 sono state aperte circa 1.500 indagini, di cui circa il 17% si è concluso con l’accertamento di un’infrazione sanzionata con una sanzione.

 

Le pratiche commerciali sleali più frequentemente rilevate sono state i ritardi di pagamento per prodotti agricoli e alimentari deperibili e non deperibili (50% e 13%), pagamenti non correlati a una transazione specifica (7%), pagamenti richiesti al fornitore per azioni di marketing (7%) così come per lo stoccaggio e l'esposizione (7%). Circa il 41% delle pratiche sleali rilevate sono state individuate a livello di vendita al dettaglio (47% nel 2022), il 36% a livello di industria alimentare (27% nel 2022) e il 22% a livello di commercio all'ingrosso (25% nel 2022). 

 

Le aree di miglioramento

 L'ultima indagine sulle pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare ha mostrato che la consapevolezza dell’esistenza di norme Ue su questa importante materia è ancora troppo bassa (38% degli intervistati). Inoltre, un'ampia percentuale di intervistati (57%) non conosceva le autorità nazionali preposte all'applicazione della normativa.

 

Alla domanda sul perché non denunciassero una pratica commerciale sleale subita, gli intervistati hanno indicato principalmente il timore di qualche forma di ritorsione da parte dell’acquirente (30%), seguito dal considerarla una pratica comune nel settore (23%) o dal ritenere che la pubblica autorità di contrasto non sarebbe in grado di gestirla (17%). Anche una corretta applicazione transfrontaliera deve ancora affrontare troppi ostacoli a questo riguardo.

 

Per accompagnare l’attuazione delle norme e di migliori pratiche di scambio, la Commissione europea ha facilitato la creazione di una rete per l’applicazione della direttiva. Composta da rappresentanti delle autorità nazionali di controllo, contribuisce a garantire un approccio comune riguardo all'applicazione delle norme e può formulare raccomandazioni.

 

Commenti
Commenta
Disclaimer
Grazie per il tuo commento

Sarà pubblicato al più presto sul nostro sito, dopo essere stato visionato dalla redazione

Grazie per il tuo commento

Il commento verrà postato sulla tua timeline Facebook

Regole per i commenti

I commenti in questa pagina vengono controllati
Ti invitiamo ad utilizzare un linguaggio rispettoso e non offensivo, anche per le critiche più aspre

In particolare, durante l'azione di monitoraggio, ci riserviamo il diritto di rimuovere i commenti che:
- Non siano pertinenti ai temi trattati nel sito web e nel programma TV
- Abbiano contenuti volgari, osceni o violenti
- Siano intimidatori o diffamanti verso persone, altri utenti, istituzioni e religioni
- Più in generale violino i diritti di terzi
- Promuovano attività illegali
- Promuovano prodotti o servizi commerciali