Elezioni, che cos'è il silenzio elettorale e quando scatta
Gli elettori avranno a disposizione un periodo di tempo per riflettere sulla preferenza da esprimere alle urne, lontani dai rumori della campagna elettorale
A poche ore dal giorno di qualsiasi elezione, in Italia è previsto un periodo di silenzio elettorale per dare la possibilità ai cittadini di riflettere (senza interferenze varie) sulla preferenza da esprimere alle urne.
Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per la votazione sono vietati, infatti, comizi e ogni tipo di propaganda, in segno di rispetto verso gli elettori. Lo prevede la legge 212 del 4 aprile 1956.
Cosa prevede la legge - Lo scopo della norma è quello di dare la possibilità ai cittadini, dopo aver ascoltato e analizzato i programmi dei vari partiti nel corso della campagna elettorale, di elaborare una scelta senza ulteriori condizionamenti. La legge 212 del 4 aprile 1956, all'articolo 9, recita: "Nel giorno precedente e in quelli stabiliti per le elezioni sono vietati i comizi e le riunioni di propaganda elettorale diretta o indiretta, in luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché la nuova affissione di stampati, giornali murali o altri o manifesti di propaganda o l'applicazione di striscioni, drappi o impianti luminosi. Nei giorni destinati alla votazione è vietata, altresì, ogni propaganda elettorale entro il raggio di 200 metri dall'ingresso delle sezioni elettorali".
Le pene - La legge sul silenzio elettorale, ancora in vigore, è stata poi aggiornata nel 1975, con la numero 130 del 24 aprile, nella quale, per chi non rispetta il silenzio elettorale, si prevedono multe "tra 50mila e 500mila lire" (oggi da 103 a 1.032 euro) e la reclusione fino a un anno.
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