IN TOTALE 12mila dipendenti

Via al piano di Mfe per Prosiebensat

Ecco l'analisi de "La Repubblica" sull'operazione che porterà alla nascita del più grande gruppo televisivo europeo

25 Ago 2025 - 20:31

Il quotidiano "La Repubblica" fotografa, in un lungo servizio, l'operazione di Mfe su Prosiebensat. "Dall’unione - si legge - sta per nascere il più grande gruppo televisivo europeo con oltre 12mila dipendenti e un bacino di ben 300 milioni di telespettatori tra Spagna, Italia, Germania, Austria e Svizzera. Guardando all’ultimo bilancio disponibile, ovvero quello 2024, Mfe consolidando Prosiebensat si troverebbe ad avere 6,8 miliardi di ricavi, 1,37 miliardi di margine operativo lordo (mol), 2,1 miliardi di debito e una leva inferiore a tre volte il mol, ovvero sotto i livelli di guardia".

"Nasce il primo gruppo europeo per ricavi e redditività - Numeri capaci di permettere al nuovo colosso che nascerebbe dal consolidamento della tv tedesca da parte dell'ex Mediaset, di superare la Rtl del gruppo Bertelsmann che sta per convolare a nozze con Sky Deutschland (6,3 miliardi di ricavi e 721 milioni di mol 2024) l'inglese Itv (4,8 miliardi di fatturato e 630 milioni di mol nel 2024) e la francese France Télévision (3 miliardi di ricavi 2024) e pari a quasi tre volte il giro d'affari della Rai (2,6 miliardi di ricavi 2024)"

"Mfe è salita infatti al 43,57% del capitale della prima tv commerciale tedesca - si legge - ma ai primi di settembre ha ottime chance di arrivare a consolidare il controllo dell'emittente bavarese, iniziando così anche a realizzare parte delle sinergie stimate al 2029 tra un minimo di 183 milioni e un massimo di 419 milioni di euro: risparmi che nel caso in cui Mfe superasse il 51% del capitale dell'emittente tedesca dovrebbero portarla a realizzare tra 261 e 315 milioni di efficienze, un livello di risparmi che equivarrebbe a far aumentare fino al 69% l'utile per azione di Mfe e di conseguenza anche il dividendo garantito dal gruppo. Mettendo insieme le attività di Prosiebensat con quelle di Mfe, come detto da Pier Silvio Berlusconi, «i vantaggi sono oggettivi: sul fronte dei costi, sul fronte delle tecnologie, e soprattutto sul fronte dei ricavi».

Con il consolidamento in Germania anche sinergie da ricavi - A differenza del consolidamento domestico, il bello della crescita all'estero per linee esterne è che Berlusconi, forte dell'esperienza di Mediaset España, conta di realizzare importanti sinergie sia dai ricavi (il 46% del totale) sia dai costi (il 54%). Risparmi che Mfe stima di ottenere mettendo insieme le piattaforme, tagliando i costi centrali e, accentrando gli acquisti. Infine presentandosi al tavolo dei centri media d'Europa con la forza di un leader capace di competere con i colossi dello streaming, Mfe potrà spuntare migliori condizioni in un mercato che non cresce a livello demografico, ma che resta ricco per l'investitore pubblicitario".

Secodo il quotidiano "Mfe partendo dall'Italia, già oggi è riuscita a diventare più grande del gruppo guidato da Bert Habets a livello di redditività (782 milioni di mol 2024, contro i 557 del gruppo tedesco). In sei anni con meno debiti e più margini l'ex Mediaset è riuscita a conquistare un colosso che resta molto più grande di lei a livello di fatturato (3,91 miliardi Pro nel 2024 e 2,81 miliardi Mfe), convincendo il management e le autorità bavaresi sulla bontà di un progetto che oltre ad assicurare il pluralismo, punta a preservare i posti di lavoro"

E ancora: "Una questione che sta a cuore a Berlusconi: "Mfe nei Paesi in cui già opera, Italia e Spagna, ha sempre garantito il rispetto dei valori fondanti — ha ricordato l'ad dell'ex Mediaset — etica imprenditoriale, pluralismo, libertà d'informazione, tutela occupazionale. E continuerà a farlo sempre e ovunque».

Per consolidare bisogna raccogliere solo il 6,5% del capitale - Repubblica prosegue spiegando che "per raggiungere questo traguardo Mfe deve però "convincere" un altro 6,5% del capitale di Prosiebensat ad aderire all'Opas e salire alla maggioranza assoluta del capitale. «La nostra è una proposta industriale — ha concluso Berlusconi — non miriamo al controllo totale, ma a una flessibilità che ci consenta di dare una direzione chiara basata su una visione comune». Un 3% pare a portata di mano, dato che è controllato da Jp Morgan — banca che in passato ha fatto da advisor all'emittente bavarese — che da mesi è favorevole all'integrazione tra i due gruppi. Ma anche altri investitori istituzionali che di solito aspettano la fine dell'Opas — e l'avvicinarsi del pagamento delle azioni — parrebbero ora orientati ad aderire all'operazione. E questo anche perché l'unica alternativa a Mfe, ovvero quella di Ppf (che con la sua offerta parziale è salita dal 15 al 18,41% della tv tedesca) ormai è venuta meno".

Anche Ppf pronta a saltare sul carro di Berlusconi - Gli scenari non finiscono qua: "Già oggi Ppf ha perso il suo potere di veto in assemblea - dato che ha meno della metà di azioni di Mfe - e secondo gli esperti lo scenario più probabile è che anche il gruppo ceco a un certo punto monti sul carro di Berlusconi partecipando al progetto della prima tv commerciale paneuropea. Anche dal punto di vista della governance Mfe è a un passo dal controllo del supervisory board: già oggi esprime 4 consiglieri su 9, mentre Ppf ha indicato due esponenti di sua fiducia, ma chiaramente alle prossime scadenze avrà buon gioco di salire ancora, e con la maggioranza del consiglio di sorveglianza indirizzare l’operato del management che peraltro ha già appoggiato l’offerta e la strategia di lungo periodo di Mfe. Ppf da cavaliere bianco dell'ad Habets, si è trovata a essere un socio importante ma non decisivo, di un'azienda che alla fine dell'Opas di Berlusconi sarà poco liquida e impegnata in un piano di dismissioni e nella ristrutturazione del debito che non le permetterà di pagare dividendi. Meglio quindi accettare l'offerta di acquisto e scambio che propone 4,48 euro in contanti e 1,3 Mfe di categoria A, le quali pagano una cedola che garantisce un interessante rendimento".

Dopo sei anni si avvicina il sogno della tv paneuropea - Il futuro è dietro l'angolo, secondo l'analisi del quotidiano: "Dopo sei anni di attesa, tra pochi giorni il sogno di Berlusconi di fare dell'ex Mediaset la prima tv europea sta per realizzarsi. A Cologno quest'agosto si è lavorato, anche perché dopo che il 4 settembre sarà annunciato il risultato definitivo, Pier Silvio Berlusconi e il direttore finanziario Marco Giordani partiranno per un road show per illustrare agli investitori i dettagli del progetto e come intendono realizzare le prime sinergie: già nel 2026 si stimano 80 milioni di efficienze. L'idea non è quella di competere con Netflix o Disney, ma di fornire una piattaforma alternativa crossmediale per lo più gratuita (con canali a pagamento come Infinity e Joyn, che continuano a crescere) che oltre all'informazione e all'intrattenimento, offra contenuti in linea con i gusti e le tradizione dei singoli Paesi dove è presente".

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