Ecco l'analisi de "La Repubblica" sull'operazione che porterà alla nascita del più grande gruppo televisivo europeo
Il quotidiano "La Repubblica" fotografa, in un lungo servizio, l'operazione di Mfe su Prosiebensat. "Dall’unione - si legge - sta per nascere il più grande gruppo televisivo europeo con oltre 12mila dipendenti e un bacino di ben 300 milioni di telespettatori tra Spagna, Italia, Germania, Austria e Svizzera. Guardando all’ultimo bilancio disponibile, ovvero quello 2024, Mfe consolidando Prosiebensat si troverebbe ad avere 6,8 miliardi di ricavi, 1,37 miliardi di margine operativo lordo (mol), 2,1 miliardi di debito e una leva inferiore a tre volte il mol, ovvero sotto i livelli di guardia".
"Nasce il primo gruppo europeo per ricavi e redditività - Numeri capaci di permettere al nuovo colosso che nascerebbe dal consolidamento della tv tedesca da parte dell'ex Mediaset, di superare la Rtl del gruppo Bertelsmann che sta per convolare a nozze con Sky Deutschland (6,3 miliardi di ricavi e 721 milioni di mol 2024) l'inglese Itv (4,8 miliardi di fatturato e 630 milioni di mol nel 2024) e la francese France Télévision (3 miliardi di ricavi 2024) e pari a quasi tre volte il giro d'affari della Rai (2,6 miliardi di ricavi 2024)"
"Mfe è salita infatti al 43,57% del capitale della prima tv commerciale tedesca - si legge - ma ai primi di settembre ha ottime chance di arrivare a consolidare il controllo dell'emittente bavarese, iniziando così anche a realizzare parte delle sinergie stimate al 2029 tra un minimo di 183 milioni e un massimo di 419 milioni di euro: risparmi che nel caso in cui Mfe superasse il 51% del capitale dell'emittente tedesca dovrebbero portarla a realizzare tra 261 e 315 milioni di efficienze, un livello di risparmi che equivarrebbe a far aumentare fino al 69% l'utile per azione di Mfe e di conseguenza anche il dividendo garantito dal gruppo. Mettendo insieme le attività di Prosiebensat con quelle di Mfe, come detto da Pier Silvio Berlusconi, «i vantaggi sono oggettivi: sul fronte dei costi, sul fronte delle tecnologie, e soprattutto sul fronte dei ricavi».
Con il consolidamento in Germania anche sinergie da ricavi - A differenza del consolidamento domestico, il bello della crescita all'estero per linee esterne è che Berlusconi, forte dell'esperienza di Mediaset España, conta di realizzare importanti sinergie sia dai ricavi (il 46% del totale) sia dai costi (il 54%). Risparmi che Mfe stima di ottenere mettendo insieme le piattaforme, tagliando i costi centrali e, accentrando gli acquisti. Infine presentandosi al tavolo dei centri media d'Europa con la forza di un leader capace di competere con i colossi dello streaming, Mfe potrà spuntare migliori condizioni in un mercato che non cresce a livello demografico, ma che resta ricco per l'investitore pubblicitario".
Secodo il quotidiano "Mfe partendo dall'Italia, già oggi è riuscita a diventare più grande del gruppo guidato da Bert Habets a livello di redditività (782 milioni di mol 2024, contro i 557 del gruppo tedesco). In sei anni con meno debiti e più margini l'ex Mediaset è riuscita a conquistare un colosso che resta molto più grande di lei a livello di fatturato (3,91 miliardi Pro nel 2024 e 2,81 miliardi Mfe), convincendo il management e le autorità bavaresi sulla bontà di un progetto che oltre ad assicurare il pluralismo, punta a preservare i posti di lavoro"
E ancora: "Una questione che sta a cuore a Berlusconi: "Mfe nei Paesi in cui già opera, Italia e Spagna, ha sempre garantito il rispetto dei valori fondanti — ha ricordato l'ad dell'ex Mediaset — etica imprenditoriale, pluralismo, libertà d'informazione, tutela occupazionale. E continuerà a farlo sempre e ovunque».
Per consolidare bisogna raccogliere solo il 6,5% del capitale - Repubblica prosegue spiegando che "per raggiungere questo traguardo Mfe deve però "convincere" un altro 6,5% del capitale di Prosiebensat ad aderire all'Opas e salire alla maggioranza assoluta del capitale. «La nostra è una proposta industriale — ha concluso Berlusconi — non miriamo al controllo totale, ma a una flessibilità che ci consenta di dare una direzione chiara basata su una visione comune». Un 3% pare a portata di mano, dato che è controllato da Jp Morgan — banca che in passato ha fatto da advisor all'emittente bavarese — che da mesi è favorevole all'integrazione tra i due gruppi. Ma anche altri investitori istituzionali che di solito aspettano la fine dell'Opas — e l'avvicinarsi del pagamento delle azioni — parrebbero ora orientati ad aderire all'operazione. E questo anche perché l'unica alternativa a Mfe, ovvero quella di Ppf (che con la sua offerta parziale è salita dal 15 al 18,41% della tv tedesca) ormai è venuta meno".
Anche Ppf pronta a saltare sul carro di Berlusconi - Gli scenari non finiscono qua: "Già oggi Ppf ha perso il suo potere di veto in assemblea - dato che ha meno della metà di azioni di Mfe - e secondo gli esperti lo scenario più probabile è che anche il gruppo ceco a un certo punto monti sul carro di Berlusconi partecipando al progetto della prima tv commerciale paneuropea. Anche dal punto di vista della governance Mfe è a un passo dal controllo del supervisory board: già oggi esprime 4 consiglieri su 9, mentre Ppf ha indicato due esponenti di sua fiducia, ma chiaramente alle prossime scadenze avrà buon gioco di salire ancora, e con la maggioranza del consiglio di sorveglianza indirizzare l’operato del management che peraltro ha già appoggiato l’offerta e la strategia di lungo periodo di Mfe. Ppf da cavaliere bianco dell'ad Habets, si è trovata a essere un socio importante ma non decisivo, di un'azienda che alla fine dell'Opas di Berlusconi sarà poco liquida e impegnata in un piano di dismissioni e nella ristrutturazione del debito che non le permetterà di pagare dividendi. Meglio quindi accettare l'offerta di acquisto e scambio che propone 4,48 euro in contanti e 1,3 Mfe di categoria A, le quali pagano una cedola che garantisce un interessante rendimento".
Dopo sei anni si avvicina il sogno della tv paneuropea - Il futuro è dietro l'angolo, secondo l'analisi del quotidiano: "Dopo sei anni di attesa, tra pochi giorni il sogno di Berlusconi di fare dell'ex Mediaset la prima tv europea sta per realizzarsi. A Cologno quest'agosto si è lavorato, anche perché dopo che il 4 settembre sarà annunciato il risultato definitivo, Pier Silvio Berlusconi e il direttore finanziario Marco Giordani partiranno per un road show per illustrare agli investitori i dettagli del progetto e come intendono realizzare le prime sinergie: già nel 2026 si stimano 80 milioni di efficienze. L'idea non è quella di competere con Netflix o Disney, ma di fornire una piattaforma alternativa crossmediale per lo più gratuita (con canali a pagamento come Infinity e Joyn, che continuano a crescere) che oltre all'informazione e all'intrattenimento, offra contenuti in linea con i gusti e le tradizione dei singoli Paesi dove è presente".