La Bce pronta anche a prendere misure "non convenzionali" per riportare l'inflazione al 2%. L'appello ai governi: "Fate le riforme"
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Le informazioni disponibili indicano una ripresa nell'Eurozona che procede a ritmo moderato e disomogeneo fra i vari Paesi. Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi che ha spiegato come la Banca Centrale sia determinata a usare anche misure non convenzionali se fosse necessario per riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2%. Secondo Draghi, poi, i rischi geopolitici aumentati possono penalizzare la ripresa nell'Eurozona.
Europa, "gli Stati cedano sovranità" - Per i Paesi dell'Eurozona, continua, è arrivato il momento di "cedere sovranità" all'Europa per quanto riguarda le riforme strutturali. I Paesi che hanno fatto programmi convincenti di riforma strutturale, riprende il presidente, "stanno andando meglio, molto meglio di quelli che non lo hanno fatto o lo hanno fatto in maniera insufficiente". E, sottolinea, si tratta di un fattore importante in un'Eurozona in cui la crescita è "rallentata". I Paesi devono dunque intensificare le riforme strutturali e "non disfare i progressi fatti nel consolidamento di bilancio", con misure favorevoli alla crescita.
Inflazione, "Bce pronta a misure non convenzionali" - Se dovesse cambiare lo scenario inflazionistico di medio e lungo termine dell'Eurozona, assicura Draghi, la Bce potrebbe utilizzare misure non convenzionali, incluso il quantitativo easing, cioè l'acquisto su larga scala di titoli. E proprio in vista di un obiettivo di inflazione al 2%, il consiglio della Bce è unanimemente determinato a usare anche misure non convenzionali se fosse necessario.
"L'incertezza delle riforme frena gli investimenti" - Il basso livello degli investimenti privati che ha pesato sul Pil italiano, e non solo, "è dovuto anche all'incertezza sulle riforme - aggiunge Draghi, parlando di giustizia e competitività -, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti". E ancora, lo scarso livello degli investimenti privati è, sottolinea il numero uno della Bce, "uno tra i componenti del basso Pil italiano". I rischi geopolitici aumentati, sottolinea poi Draghi, possono penalizzare la ripresa nell'Eurozona.
I tassi restano invariati allo 0,15% - Intanto, il consiglio direttivo ha lasciato il tasso principale allo 0,15%, quello sui prestiti marginali allo 0,40% e quello sui depositi in negativo a -0,10%.