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Pubblica amministrazione: ancora elevato il debito verso i fornitori

Secondo il Centro Studi ImpresaLavoro, il ritardo del governo nel pagamento dei debiti della Pa sarebbe costato alle imprese italiane 6,1 miliardi di euro nel 2014

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La Banca d'Italia lo ha messo nero su bianco: al 31 dicembre 2014, i debiti della Pubblica amministrazione nei confronti dei fornitori privati ammontavano a circa 70 miliardi.

Nonostante qualche timido segnale di miglioramento, infatti, il nostro Paese rimane un cattivo pagatore. Specie nel confronto con i principali partner europei.

Secondo le stime contenute nella Relazione Annuale 2014 di Bankitalia, infatti, al 31 dicembre scorso il debito commerciale della Pubblica amministrazione (Pa) nei confronti dei fornitori privati ammontava a 70 miliardi di euro. Ma che, una volta considerati i circa 10 miliardi di euro che i creditori hanno ceduto pro soluto alle banche, scendono a 60 miliardi.


E così, nonostante i 56 miliardi di euro stanziati per il biennio 2013-2014 dagli esecutivi che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni, lo stock di debito rimane ancora molto elevato. Il motivo? Il forte ritardo con cui la Pa italiana paga quanto dovuto, osserva la Cgia di Mestre. Secondo i dati raccolti da Intrum Justitia, infatti, l'Italia salda i propri fornitori dopo 144 giorni. Un'enormità rispetto a quanto previsto dalla Direttiva europea introdotta nel 2013, che impone di pagare entro 30-60 giorni, e alla media europea di 34 giorni.


I debiti commerciali, commenta invece il Centro Studi ImpresaLavoro, si rigenerano con frequenza, dal momento in cui i beni e i servizi vengono forniti continuativamente. Liquidare (e soltanto in parte) i debiti pregressi non consente di ridurre lo stock complessivo, "questo può avvenire soltanto nel caso in cui i nuovi debiti creatisi nel frattempo risultino inferiori a quelli oggetto di liquidazione". Secondo il Centro Studi ImpresaLavoro, il ritardo del governo nel pagamento di questi debiti sarebbe costato alle imprese italiane 6,1 miliardi di euro nel 2014.


Eppure, pur confermandosi la peggiore pagatrice dell'Unione europea, l'Italia ha mostrato qualche timido segnale di miglioramento: nel corso dell'ultimo anno, i tempi di pagamento sono scesi di 21 giorni.


Altrove le cose vanno decisamente meglio. Le Pa dei nostri principali partner, infatti, saldano le proprie fatture con maggiore celerità. Ecco qualche esempio: la Francia impiega 62 giorni, i Paesi Bassi 32 giorni, la Gran Bretagna 24 giorni e la Germania soltanto 19 giorni. Tuttavia la pubblica amministrazione non è l'unico cliente a saldare con ritardo quanto dovuto.


Sempre secondo la Cgia di Mestre, infatti, in Italia ben 3.400.000 di imprese – pari al 76% del totale nazionale – soffrono di problemi di liquidità riconducibili al ritardo nei pagamenti. Di queste, 700 mila si trovano sul punto di dichiarare il fallimento e pertanto rischiano di aggiungersi alle oltre 80 mila che lo hanno già fatto.