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Professionisti, arriva l'equo compenso: più tutele per retribuzioni e contratti

Il provvedimento riguarda 4,4 milioni di lavoratori, dagli avvocati agli infermieri. Nulle le clausole che prevedono prestazioni aggiuntive gratuite. Anche la Pubblica amministrazione si dovrà adeguare

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-afp

Mai più contratti "capestro", prestazioni al "massimo ribasso" o incarichi pubblici banditi per la (simbolica) cifra di un euro.

E' ciò a cui intende porre fine la norma sull'equo compenso per le prestazioni dei professionisti iscritti ad Ordini e Collegi e riuniti in associazioni, valida sia per clienti privati, sia quando il committente è la P.a.. Ad approvarla la Commissione Bilancio del Senato, che ha dato il via libera all'emendamento di Silvio Lai.

Il testo in origine tutelava i servizi degli avvocati nel contenzioso con le parti "forti", ossia banche, assicurazioni e grandi imprese, poi il raggio d'azione è stato esteso a tutti gli autonomi. La norma prende come punto di riferimento, per definire soglie di remunerazione al di sotto delle quali non è possibile scendere, per i professionisti regolamentati i parametri giudiziari (usati dai magistrati per dirimere le controversie) emessi dai ministeri vigilanti degli Ordini, mentre per le altre categorie occorrerà individuare modalità di determinazione dei compensi.

Il provvedimento riguarda circa "4,4 milioni" di persone, visto che, ha ricordato la presidente del Comitato libere associazioni professionali, Emiliana Alessandrucci, le categorie non regolamentate hanno "circa 3 milioni di soggetti" e gli ordinistici sono oltre 1,4 milioni. "Era un impegno preso con tutti i professionisti" per sradicare il caporalato intellettuale, ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando. A fargli eco il titolare dell'Agricoltura Maurizio Martina: "Il Pd traduce gli impegni in fatti".

"Grati" a governo e forze politiche i presidenti del Comitato unitario delle professioni e della Rete delle professioni tecniche Marina Calderone ed Armando Zambrano; i vertici degli Ordini avevano promosso il 30 novembre a Roma un evento per fare pressing sul Legislatore, adesso, hanno riferito, la manifestazione servirà a "rivendicare" il risultato ottenuto.

A "rallegrarsi" pure il numero uno dei commercialisti Massimo Miani, soprattutto perché la Pubblica amministrazione sarà così "garante dell'equo compenso". Fuori dal coro il presidente dell'Agenzia delle politiche attive del lavoro Maurizio Del Conte, che ha visto un iter "pasticciato" del testo. E che teme avrà "problemi" di attuazione.