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Piano Inps, governo: bello ma costoso Nel 2016 più flessibilità in uscita

Il piano Boeri conosciuto da giugno ma a Palazzo Chigi non se la sentono di toccare le pensioni in un momento in cui "lʼItalia sta ripartendo"

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Il governo conosce il piano Inps da giugno, lo ha studiato a lungo e alla fine... lo ha accantonato. Fonti di Palazzo Chigi infatti fanno sapere che Renzi non è intenzionato a seguire Boeri perché l'intervento sarebbe costoso e complicato sia politicamente che giuridicamente. "Penso sia un errore tagliare le pensioni, dobbiamo dare fiducia agli italiani" sostiene il premier che rivendica il taglio delle tasse in Stabilità. Una domanda sorge spontanea: se Boeri sapeva della bocciatura perché ha diffuso il dettagliato piano oggi?

Perché no - La proposta di Boeri (che, ammette il premier, ha certo "un valore di equità") è da giugno al vaglio di Palazzo Chigi: il team di economisti ha consigliato a Renzi di non prenderla in considerazione. Ad escludere la via dei prelievi a vitalizi e pensioni alte a favore di un reddito minimo sono stati più fattori che vanno al di là dei costi. "Politicamente - spiega una fonte di maggioranza - è discutibile colpire pensioni da 2mila euro, che non sono stellari, o togliere a pensioni da 2mila euro per incentivare la flessibilità in uscita magari di persone che riceveranno un assegno di 4mila euro".

C'è poi, la constatazione che una riforma del genere "è giuridicamente complicata" perché si espone al rischio di ricorsi alla Corte Costituzionale.

Non resta che incentivare l'uscita - Si va avanti quindi con una legge di Stabilità che, si fa vanto il premier, non prevede alcun aumento delle tasse perché in questo momento "bisogna ridare fiducia agli italiani", convincerli che la crisi è alle spalle e incoraggiare la ripartenza. Per questo, scartata la proposta Boeri, l'unico intervento che "nel 2016 sarà fatto al sistema pensionistico sarà quello di creare meccanismi, poco onerosi per lo Stato, per incentivare la flessibilità in uscita".