"DIFENDERE I RISULTATI"

Padoan: non sprechiamo sforzi fatti

"Bisogna cambiare la politica economica in Europa - ha spiegato il ministro dell'Economia . - I tempi sono maturi. Sul Def: "Presto i numeri, speriamo siano quelli buoni"

28 Mar 2014 - 14:38
 © ansa

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"Non possiamo permetterci di buttare al vento gli enormi sforzi fatti per il consolidamento". Lo ha detto il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sottolineando che l'aggiustamento di bilancio dopo la crisi "ha prodotto risultati molto importanti da difendere". Nel suo intervento all'Università Luiss il titolare del Tesoro ha aggiunto: "Penso sia il momento di dire che bisogna cambiare la direzione dell'agenda di politica economica in Europa".

"Non sarò solo ministro del no" - "Non sarò solo il ministro del no ma anche del no", ha poi scherzato Padoan riferendosi alle continue richieste di spesa che riceve da Parlamento e altri ministeri.

"Def, presto i numeri" - "Il governo sta lavorando a misure concrete che saranno a breve nel dibattito parlamentare", ha spiegato sottolineando di vedere sulla stampa in questi giorni "una gigantesca quantità di informazioni vere o presunte". In questa fase, ha aggiunto in vista del varo del Def, "è opportuno che il ministro dell'Economia parli quando ha qualcosa da dire: tutti mi chiedono i numeri, aspettate un attimo, ve li li darò, speriamo siano quelli buoni".

"Anche Germania deve fare aggiustamento strutturale" - Padoan non ha risparmiato poi osservazioni anche sulla Germania, la locomotiva dell'Europa. "Nella Ue c'è una evidente crisi di competitività che riguarda le economie del Sud, con un aggiustamento incompleto, certamente anche in Italia". Tuttavia quello degli aggiustamenti strutturali è un problema che hanno tutti i Paesi. Compresa la Germania".

"In Europa maturo ragionamento vero su crescita - "In Europa è maturo un ragionamento vero e non finto sulla crescita", ha sottolineato il ministro evidenziando che il problema da porsi è ora "come si fa a far crescere l'Europa che non cresce da 15-20 anni". Con l'attuale sistema di vincoli, bisogna "cominciare a ragionare su cosa vuol dire generare crescita". Nel 2014 l'Europa "avrà una crescita positiva in tutti o quasi i paesi membri. Si tratta di "un fatto importante", ha rimarcato il ministro, perché negli ultimi due anni il Vecchio Continente "ha vissuto con la recessione e i costi sono danni permanenti molto difficili da recuperare". Ora "si può continuare così, con la sopravvivenza e il tiriamo a campare, in un contesto di condizioni monetarie che può risultare rischioso, oppure può essere l'inizio di un nuovo sentiero di crescita. Da tecnico - ha insistito - mi piacerebbe pensare che nei prossimi mesi si possa verificare un break strutturale positivo per crescita ed occupazione". "La differenza tra questi due scenari - ha concluso - è la politica, il modo in cui politica europea affronta la questione", in modo serio, "non ideologico" e "non in termini di proclami".

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