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Manovra, obbligo Pos: sale a 60 euro il limite di esenzione

Tra le altre novità inserite nell'ultima bozza della legge di bilancio anche l'esenzione dell'Imu per gli immobili occupati e un'accelerazione per le opere infrastrutturali

Manovra, obbligo Pos: sale a 60 euro il limite di esenzione - foto 1
Tgcom

Sale da 30 a 60 euro il limite entro il quale i commercianti sono esentati dall'obbligo pos, vale a dire di consentire il pagamento con carte e bancomat.

Lo prevede l'ultima bozza circolata sabato della legge di bilancio all'articolo 69. Obbligo di fattura e stretta fiscale invece per le vendite online a partire dal primo luglio 2023.

 

La Manovra complessivamente si "espande", con la nuova bozza che sale a 155 articoli dai 136 della precedente versione. Tra le novità introdotte anche la definizione dei congedi parentali con un mese in più previsto per le mamme, l'esenzione dall' Imu per le case occupate e una serie di opere infrastrutturali come il terzo lotto Tav e l'alta velocità Torino-Lione. 

 

Il Mef avverte tuttavia che le versioni in circolazione potrebbero non corrispondere alla realtà, ribadisce che i contenuti sono quelli già approvati nel Cdm di lunedì e rinvia ogni valutazione al testo definitivo che arriverà in Parlamento per l'esame lampo a questo punto di poco più di un mese.

 

Accelerazione per le grandi opere - Nel capitolo infrastrutture compare, come annunciato da Matteo Salvini, la rapida ricostituzione della Società Stretto di Messina, a cui è associato lo stop ai contenziosi pregressi legati alla mancata realizzazione del Ponte e la possibilità di un aumento di capitale di Anas e Rfi.

 

Una netta accelerazione arriva anche per la Tav, con la scadenza del 31 marzo per ottenere l'autorizzazione del Cipess al terzo lotto, mentre tra le misure a favore dei territori colpiti dai terremoti degli ultimi anni compare anche la proroga delle agevolazioni previste per Ischia, martoriata dalla frana di Casamicciola.

 

Potenziato l'assegno unico per i figli a carico - Nero su bianco appaiono poi le norme per la famiglia, finora solo annunciate, a partire dal potenziamento dell'assegno unico per i figli a carico. Il sostegno sarà aumentato del 50% nel primo anno di vita del bambino. La stessa maggiorazione sarà destinata anche alle famiglie numerose con tre o più figli: in questo caso il 50% arriverà per i figli da 1 a 3 anni ma solo ai nuclei il cui Isee non supera i 40mila euro l'anno. Dettaglio aggiuntivo questo rispetto alle informazioni circolate finora.

 

Il Fondo di garanzia per le Pmi - Il Fondo di garanzia per le Pmi verrà probabilmente prorogato anche nel 2023 con le stesse funzioni (la norma compare con la dicitura "in valutazione"), ma lo stanziamento previsto scende a 800 milioni, rispetto al miliardo di cui si era parlato finora.

 

Il nodo coperture - Quello che però veramente ancora manca nei vari capitoli sono le coperture. La lettura delle tabelle del Documento programmatico di bilancio non ha permesso di ricavare un quadro chiaro delle risorse a disposizione, aggiuntive rispetto a quelle in deficit. E anche quest'ultima bozza non definisce quali saranno le fonti di finanziamento a cui il governo attingerà. Ci saranno sicuramente risparmi di spesa, come quelli sul Reddito, ma la norma sugli extraprofitti, che dovrebbero salire al 35% cambiando la base imponibile dal fatturato agli utili, rimane ancora vuota.

 

Allo stesso tempo quella sul contributo di solidarietà temporaneo, indicato da indiscrezioni al 33%, non viene più riportata. A spuntare è invece un nuovo balzello sulle assicurazioni, il secondo previsto nell'articolato. L'imposta sulle riserve matematiche dei rami vita introdotta nel 2002, oggi allo 0,45%, salirà allo 0,50%, garantendo probabilmente a spanne qualche centinaio di milioni di incasso. 

 

La Manovra in Parlamento - L'illustrazione del provvedimento e la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari dovrebbe concludersi a Montecitorio entro il 2 dicembre. Dal 5 al 7 di dicembre la commissione Bilancio sarà impegnata sull'ammissione e la segnalazione delle proposte di modifica: l'intesa sarebbe quella di consentire un emendamento per deputato, quindi 400, suddivisi sul numero dei componenti dei gruppi.

 

Dal 12 al 16 dicembre si entrerà poi nel vivo, con l'esame in commissione: al Parlamento, a quanto si apprende, dovrebbe essere garantito un "tesoretto" per le modifiche. Dal 19 al 21 il testo è atteso in Aula, per il voto: entro il 23 dicembre, quindi prima di Natale, il voto degli ordini del giorno e la trasmissione in Senato dove l'esame lampo deve concludersi entro il 31 dicembre, pena l'esercizio provvisorio.

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