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Milano, cresce la domanda di lavoratori interinali: +32,9%

Tra i profili più ricercati gli esercenti di ristoranti, fast food e pizzerie (60,3%) e gli addetti ai servizi di pulizia (14,6%), che vedono triplicare la propria richiesta anche per effetto dellʼExpo

ufficio, lavoro
-afp

Nel primo trimestre 2015 è aumentata del 32,9%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, la domanda di lavoratori interinali da parte delle imprese milanesi. A rivelarlo è un'indagine dell'Osservatorio Assolombarda, realizzata in collaborazione con le Agenzie per il lavoro, secondo cui il personale non qualificato vede raddoppiare, tra le categorie professionali, la propria richiesta (+100,3% rispetto al primo trimestre 2014).

Effetto Expo - Tra i profili più ricercati gli esercenti di ristoranti, fast food e pizzerie (60,3%) e gli addetti dedicati ai servizi di pulizia (14,6%), che vedono triplicare la propria richiesta anche per effetto dell'Expo. Cala, invece, l'interesse del mercato per i cuochi, mentre il gruppo degli addetti al commercio si conferma, in questo inizio 2015, il più ricercato intercettando il 38% della richiesta di lavoro.

"Questo primo trimestre con l'adesione all'Osservatorio di una nuova agenzia per il lavoro, che aumenta ulteriormente la copertura del mercato del lavoro intermediato, restituisce uno spaccato ancora più rappresentativo dei profili ricercati dalle aziende – dichiara Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda – uno scenario nel quale è già possibile percepire, per esempio, gli effetti di Expo che, con ogni probabilità, ha fatto registrare una crescita importante della quota di mercato del personale non qualificato nei servizi di pulizia che, infatti, rappresenta il 14,6% del totale delle richieste".

Nell'arco dei 12 mesi tutti i gruppi professionali hanno registrato un aumento della domanda, ma solo per il Personale non qualificato questo si è tradotto in un aumento della quota, che passa dal 16% al 24%. Appaiono più contenute, infine, le richieste da parte delle imprese di profili legati alle attività manifatturiere. Su questo fronte lo studio evidenzia, comunque, un aumento delle richieste di operatori di impianti per la trasformazione a caldo dei metalli, il cui peso (3,2%) è più che raddoppiato rispetto allo scorso anno.