Sanzione record

Spagna, maxi sanzione a Meta: oltre 542 milioni agli editori per concorrenza sleale

La sentenza assegna un risarcimento a oltre ottanta realtà editoriali coinvolte nell'azione collettiva

21 Nov 2025 - 01:07
 © Ansa

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La magistratura spagnola ha imposto a Meta una sanzione senza precedenti, stabilendo che il gruppo che gestisce Facebook, Instagram e WhatsApp ha posto in essere pratiche di concorrenza sleale violando le norme europee sulla tutela dei dati personali. Un tribunale di Madrid ha stabilito che la società dovrà corrispondere oltre 542 milioni di euro a più di ottanta testate aderenti all'Associazione dei Media di Informazione, promotrice dell'azione legale. Secondo la decisione, il colosso statunitense avrebbe ottenuto un "significativo vantaggio competitivo" utilizzando "i dati di milioni di utenti" per la vendita di inserzioni mirate senza un consenso valido e in contrasto con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati.

Meta potrebbe fare ricorso

 Il provvedimento, che può essere impugnato, potrebbe avere effetti anche in altri Paesi europei, come la Francia, dove è già in corso un procedimento analogo. Nella sentenza si sostiene che l'azienda controllata da Mark Zuckerberg avrebbe effettuato un "illecito trattamento" dell'"enorme volume della base dati di utenti in Spagna", ricorrendo a tecniche di profilazione su vasta scala per finalità pubblicitarie. Il vantaggio economico ottenuto tra il 2018 e il 2023, periodo in cui sarebbe maturata la violazione, avrebbe creato un divario che gli editori locali "non potevano uguagliare". Il danno riconosciuto ammonta a 479 milioni di euro, cui si aggiungono circa 60 milioni di interessi legali. L'importo sarà suddiviso tra 87 editori di quotidiani, piattaforme digitali e agenzie di stampa, fra cui El Pais, La Vanguardia, Marca, El Mundo, il gruppo Vocento e l'agenzia Europa Press.

Durante il procedimento, Meta ha sostenuto che la personalizzazione degli annunci deriva dall'impiego di algoritmi e non dall'attività di raccolta dei dati degli utenti. Tuttavia, nella motivazione si evidenzia che il gruppo "non ha fornito al tribunale resoconti della sua attività in Spagna". Basandosi quindi sui dati presentati dalle testate, il giudice ha stimato che tra il 2018 e il 2023 la società abbia ottenuto ricavi pubblicitari pari a 5,28 miliardi di euro, cifra utilizzata per definire il risarcimento relativo all'"utile mancato" degli editori.

Il governo spagnolo contro Meta: viola la privacy

 La decisione arriva a breve distanza dall'annuncio del governo spagnolo, che ha convocato i vertici dell'azienda al Congresso dei deputati per verificare se Meta abbia "violato sistematicamente la privacy degli utenti" mediante pratiche di "presunto spionaggio massiccio e occulto", come affermato dal premier Pedro Sanchez durante il forum 'Metafuturo' a Madrid. Il capo del governo ha fatto riferimento anche a un'indagine svolta da specialisti in Spagna, Olanda e Belgio, secondo cui il gruppo avrebbe utilizzato un sistema nascosto per monitorare la navigazione degli utenti all'insaputa degli stessi, anche in modalità privata. "Chi viola i nostri diritti e le nostre libertà non può restare immune", ha dichiarato Sanchez, che ha annunciato l'intenzione di promuovere una "rifondazione" delle piattaforme digitali. Nel suo intervento ha richiamato inoltre i rischi legati alla disinformazione, ai contenuti d'odio e ai meccanismi di polarizzazione generati dagli algoritmi.