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Mercati di frontiera: perché per RBC BlueBay AM è vitale per tutti finanziarli

Polina Kurdyavko (RBC BlueBay AM) sostiene che oltre alle motivazioni economiche e umanitarie, ci sono argomenti ambientali che giustificano la fornitura di capitale allʼAfrica subsahariana collegato a principi ESG

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Le economie di frontiera – il segmento dei mercati emergenti che include i Paesi in via di sviluppo più piccoli con alte percentuali di finanziamento esterno – rischiano di essere vulnerabili all'aumento dei tassi della Federal Reserve statunitense. Una situazione che potrebbe compromettere strutturalmente la loro capacità di onorare il debito. Infatti, il costo maggiorato degli interessi e una più elevata volatilità dei tassi core si traducono in un accesso limitato a finanziamenti esterni per i crediti.


IL 9% CIRCA DELL'UNIVERSO EMERGENTE
“Queste economie comprendono all'incirca il 9% dell'universo emergente. I Paesi dell'area subsahariana dell'Africa, in particolare, rappresentano quasi la metà dell'indice JP Morgan NEXGEM” spiega Polina Kurdyavko, Head of Emerging Markets, Senior Portfolio Manager di RBC BlueBay Asset Management. Alla luce degli elevati livelli di indebitamento esistenti (debito-PIL in doppia cifra) ed esigenze di finanziamenti lordi elevati, è improbabile che gli investitori internazionali possano essere disposti a prestare più soldi a questi Paesi, senza essere fiduciosi che i problemi strutturali siano affrontati.


UNA RECENTE ANALISI DEL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE (FMI)
Una recente analisi del Fondo Monetario Internazionale (FMI) suggerisce che, a seguito di una ristrutturazione del debito, un Paese emergente in genere perderà cinque punti percentuali di produzione all'anno accusando un calo del 40% dei prestiti del settore privato, come conseguenza del danno reputazionale. Quale potrebbe essere una soluzione capace di ripristinare in modo più rapido queste economie fornendo loro una possibilità di riconquistare l'accesso al mercato? “Riteniamo che la via maestra sia, nel caso dell'Africa subsahariana, di ricorrere ad un approccio globale. Tuttavia, siamo consapevoli che questo richiederà alcune funzionalità che sono nuove per il mercato” argomenta Kurdyavko.


OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE
I nuovi parametri si concentrerebbero non solo sul debito esistente, che potrebbe essere riprofilato in un nuovo strumento legato ai principali obiettivi di sviluppo sostenibile (come i key performance indicators), ma potrebbe fornire liquidità aggiuntiva attraverso nuove emissioni collegate a criteri ESG che potrebbero essere strettamente monitorate e legate a specifici progetti strategicamente importanti.


I DIRITTI SPECIALI DI PRELIEVO (DSP)
Per esempio, si potrebbe attingere alle attività di riserva internazionali come i DSP (Diritti Speciali di Prelievo) come garanzia per il prestito. Nel 2021, l'Africa subsahariana ha ricevuto 20 miliardi di dollari in DSP dal pool totale di 660 miliardi di dollari. Attualmente un certo numero di Paesi non utilizza la rispettiva quota dell'allocazione DSP. “Delineare un quadro capace di riallocare una quota di tale importo verso economie di mercato di frontiera prevedendo condizionalità allegate e un monitoraggio più rigoroso costituirebbe. Un vantaggio per tutti, sia per gli investitori che per i Paesi bisognosi” riferisce la manager di RBC BlueBay Asset Management.


UN MILIARDO DI PERSONE
Un simile sistema con un focus sui progetti ESG, siano essi garantiti o meno dai DSP, potrebbe ampliare l'universo degli investitori e consentire alla regione di riprendersi ad un ritmo più veloce. E quanto questo sia importante per tutta la popolazione mondiale lo dicono i numeri. Il continente ospita 1 miliardo di persone, il 30% delle riserve minerarie mondiali, il 12% delle riserve mondiali di petrolio e l'8% della fornitura di gas naturale.


MOTIVAZIONI ECONOMICHE, UMANITARIE E AMBIENTALI
Oltre alle motivazioni economiche e umanitarie, ci sono argomenti ambientali che giustificano la fornitura di capitale all'Africa subsahariana collegato a principi ESG. “La regione attualmente rappresenta solo una piccola parte delle emissioni di CO2 a livello globale. Tuttavia, un recente studio della Mo Ibrahim Foundation riporta che il continente contiene i 10 Paesi più climaticamente vulnerabili al mondo” conclude l'Head of Emerging Markets di RBC BlueBay Asset Management.


Contenuto a cura di Financialounge.com