Nonostante la riduzione degli incentivi il dato si mantiene sugli stessi livelli del 2015
Dall'ultima indagine Tecnè sulla fiducia economica delle famiglie e delle imprese emerge come, dal lato dell’occupazione, risultino in calo le attese positive con giudizi che sembrano riflettere i timori, per l’anno in corso, non solo per la fine dell’effetto degli sgravi contributivi ma anche per il raffreddamento delle attese su crescita e domanda interna, in particolare sul versante dei consumi.
In effetti nei primi cinque mesi del 2016 si registra un rallentamento delle assunzioni a tempo indeterminato (dati Inps), oggi al 31,7% quando nello stesso periodo del 2015 erano al 41,3%, in cifre 280 mila in meno sul 2015. Un effetto del taglio degli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato, ora ridotti al 40%.
Questo l'andamento generale. Se si entra più nello specifico la situazione delle micro e piccole imprese appare migliore. Secondo l'Osservatorio mercato del lavoro CNA (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa) – che analizza l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 imprese artigiane, micro e piccole con 125 mila dipendenti complessivi - dall'inizio dell'anno l'occupazione in questo segmento è cresciuta del 2,5%, che è lo stesso incremento registrato l'anno scorso.
L'aspetto positivo, insomma, è che nell'universo delle micro e piccole imprese, nonostante gli incentivi oggi decisamente meno generosi, non si è arrestata la ripresa dell'occupazione. Anzi, aggiunge l'Osservatorio, da dicembre 2014 – quando vennero introdotti i consistenti sgravi contributivi – la crescita è stata del 5,6%. A maggio tuttavia, ultimi dati disponibili, al -6,5% delle assunzioni è corrisposto un -11,2% delle cessazioni.
Interessante, nei mesi estivi, sarà misurare il contributo del turismo alla risalita occupazionale. In Spagna, ad esempio, il numero delle persone senza lavoro ha toccato a giugno i minimi dal settembre del 2009 e oltre un terzo dei posti creati a giugno provengono dal settore turistico. Ciò è dipeso soprattutto dalle preoccupazioni per i recenti fatti di terrorismo che hanno reso meno appetibili alcune mete turistiche straniere. Un trend che, come viene già rilevato da più parti, sta riguardando anche l'Italia.