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Lavoro: le figure professionali ricercate dalle imprese

In particolare, i datori di lavoro lamentano una carenza di ingegneri, statistici e laureati in materie scientifiche

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Sono 76 mila i profili professionali ricercati dalle imprese dell'industria e dei servizi, ma ritenuti "non facili da trovare".

Molto spesso, infatti, le aziende faticano a trovare il candidato ideale.

Secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e del ministero del Lavoro, nel 2015 sono 76 mila i profili professionali ricercati dalle imprese dell'industria e dei servizi ritenuti "non facili” da reperire, pari al 10,6% delle 721.730 assunzioni stagionali e non stagionali previste per il 2015 dal sistema produttivo.

I datori di lavoro faticano a trovare il candidato ideale per due ragioni essenziali. Spesso le imprese cercano personale con competenze specifiche – "acquisibili solo attraverso il potenziamento dei percorsi di alternanza scuola-lavoro” – e precedenti esperienze lavorative, escludendo così i giovani alla ricerca di un primo impiego. La seconda ragione è collegata invece ad un'offerta carente di alcuni titoli di studio. In particolare, le imprese lamentano una carenza di ingegneri, statistici e laureati in materie scientifiche.

Chi ha un diploma è penalizzato da una preparazione scolastica, giudicata inadeguata perché non garantisce le competenze necessarie per ottenere facilmente un impiego (tra i diplomati l'addetto alla riscossione crediti è la figura più ricercata). Non che tra i laureati le cose vadano meglio, però. Secondo l'OCSE, ad esempio, spesso i titoli di studio conseguiti nel nostro Paese non garantiscono competenze "solide", tali da consentire un rapido inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro.

Quasi impossibile stupirsi, però. Le imprese dell'industria e dei servizi denunciano spesso la mancanza delle figure professionali di cui necessitano, come certificato dal tasso dei posti vacanti elaborato periodicamente dall'ISTAT e che, secondo le stime preliminari, nel terzo trimestre 2015 è rimasto invariato allo 0,6% su base trimestrale.