Secondo uno studio di McKinsey, pur rappresentando il 50% della popolazione in età da lavoro dei 95 Paesi analizzati, ad oggi le donne generano solo il 37% del Pil
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McKinsey, società multinazionale di consulenza, ha cercato una risposta ad una domanda precisa: quanto potrebbe crescere il Prodotto interno lordo globale, se le donne avessero gli stessi tassi di occupazione degli uomini.
La disuguaglianza di genere è un problema attuale e comune a molte economie del mondo: pur rappresentando il 50% della popolazione in età da lavoro, nei 95 Paesi analizzati da McKinsey, ad oggi le donne generano soltanto il 37% del Prodotto interno lordo (Pil).
Naturalmente il contributo delle lavoratrici non è identico in tutte le economie. Ecco qualche esempio: in India, le donne producono il 17% del Pil; in altre regioni – Europa, America del Nord e Asia, ad esempio – le lavoratrici ne generano il 40%.
Ebbene, secondo McKinsey, se le donne avessero gli stessi tassi di occupazione degli uomini, il Pil annuo globale aumenterebbe di 28 mila miliardi nel 2025, pari al 26% del Pil mondiale e l'equivalente della ricchezza prodotta da Stati Uniti e Cina, sommate tra loro.
Invece, se ogni area del pianeta prendesse come modello di riferimento il Paese, che al suo interno ha maggiormente ridotto le disuguaglianze di genere, il Prodotto interno lordo aumenterebbe di 12 mila miliardi di dollari (+11%). Per McKinsey, seguire l'esempio della Spagna, dove l'occupazione femminile è cresciuta dell'1,5% annuo tra il 2003 e il 2013, farebbe aumentare il Pil europeo del 9%.
Le differenze di genere emergono anche sul posto di lavoro e non solo nel momento in cui una donna ne è alla ricerca: secondo l'Eurostat, l'ufficio statistico dell'Unione europea, nell'Ue il differenziale retributivo di genere – ovvero la differenza media tra la retribuzione oraria lorda di uomini e donne – è di poco superiore al 16%.
Praticamente una lavoratrice per poter ottenere un compenso uguale a quello di un collega uomo dovrebbe lavorare 59 giorni in più. Eppure colmare il divario retributivo di genere è una delle priorità dei maggiori Paesi del Vecchio continente fin dal Trattato di Roma del 1957 che istituì la Comunità economica europea.